La Nuova Sardegna

Oristano

L’agricoltura è “A modo nostro”

di Ivana Fulghesu
L’agricoltura è “A modo nostro”

Laconi, l’avventura imprenditoriale di due coniugi fatta di frutti esotici e colture dal sapore straniero

01 novembre 2020
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LACONI. Nonostante i cambiamenti climatici è ancora possibile fare agricoltura. Una solida filosofia guida l’azienda “A modo nostro” che, fra tradizione e innovazione, rispetto per l’ambiente, analisi e ricerca sui nuovi gusti dei consumatori, raccoglie i primi importanti riconoscimenti. Recentemente premiata al concorso Oscar Green di Coldiretti, alla giovane azienda di Laconi è stato, infatti, assegnato il premio speciale del Banco di Sardegna per aver avviato la produzione di alcuni frutti esotici adattandoli ai mutamenti climatici in atto.

«Abbiamo aperto la nostra attività nel 2017 – raccontano i coniugi imprenditori Marco Ghiani e Carla Mura –. Entrambi proveniamo da altri ambiti lavorativi, ma per svariati motivi abbiamo scelto di provare a fare agricoltura». Marco Ghiani ha 34 anni, un diploma di perito industriale e ha lavorato per tanti anni come impiantista, mentre la consorte Carla Mura, che di anni ne ha uno in meno, è laureata in psicologia e lavora nelle cooperative sociali.

«Una parte del nostro lavoro – raccontano i due imprenditori – è indirizzata verso la tradizione: alleviamo maiali, coltiviamo e trasformiamo frumento duro e tenero con i quali puntiamo a chiudere la filiera trasformandoli in pasta fresca e secca; abbiamo riportato in montagna legumi come ceci e lenticchie, che erano scomparsi dalle coltivazioni, avviato un piccolo zafferaneto che anno dopo anno sta crescendo e, infine, una piccola produzione di miele».

Sono prodotti coltivati con metodi naturali, senza l’utilizzo di concimi e pesticidi chimici. «L’avventura con i frutti esotici, invece è iniziata per la curiosità di provare prodotti nuovi. Nel tempo – raccontano – siamo riusciti ad adattare alcuni frutti esotici al clima della zona. Il primo è stato il kiwano, un frutto dall’aspetto particolare, originario dell’Africa meridionale che maturo ricorda il kiwi e la banana; ci sono voluti tre anni di adattamento per poter ricavare il seme adatto alla zona e avere una buona produzione. Lo yacòn, originario del Sudamerica, è un frutto che cresce sotto terra ricco di sostanze nutritive adatto alla dieta dei diabetici perché non contiene fruttosio. Infine coltiviamo il crosne, un piccolo tubero originario della Cina e del Giappone, con un gusto simile al carciofo, ma più delicato».

«Per il momento, non abbiamo avuto difficoltà con la vendita né aziende concorrenti; vendiamo i prodotti nei mercati e nelle sagre e i consumatori sono aperti alle novità». Il kiwano, in particolare, sta avendo molto successo e l’azienda laconese potrebbe essere una delle poche o forse l’unica a coltivarlo, poiché al momento non si hanno notizie di coltivazioni di kiwano in Europa. Il frutto in commercio, eccezion fatta per quello del Sarcidano, è dunque tutto di importazione extra continentale.

Se l’emergenza ferma le sagre e le fiere, i consumatori possono continuare ad acquistare i prodotti in azienda, oppure fare gli ordini per telefono, via whatsapp, facebook, messenger. «Facciamo consegne a domicilio nel territorio, ma per esigenze particolari, siamo disponibili anche agli spostamenti». Per l’azienda laconese il vero obiettivo rimane comunque il rilancio della montagna con i suoi prodotti di alta qualità. «La rosa di produzioni agricole già in campo è indirizzata a un target preciso di persone. Si tratta di una serie di prodotti prova, visto che coltiviamo e vendiamo già topinambur, abbiamo la curcuma e lo zenzero. Per il futuro, stiamo programmando e sperimentando l’aglio nero, un prodotto che ancora si conosce poco che si presta a molti utilizzi in cucina. Contiamo di immetterlo sul mercato entro Natale».

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