La Nuova Sardegna

Oristano

Investito in città, muore a San Gavino

di Michela Cuccu
Investito in città, muore a San Gavino

Interamente occupato dai malati di covid, il pronto soccorso non ha potuto accogliere il paziente in gravi condizioni

10 novembre 2020
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ORISTANO. Domenica sera era stato investito da un’auto, mentre attraversava a piedi la rotatoria di via Nuoro. Franco Loche, 78 anni, ex direttore sanitario dell’Assl di Oristano, ha cessato di vivere ieri mattina all’ospedale di San Gavino, lontano cinquanta chilometri dal pronto soccorso del San Martino, da giorni chiuso per l’emergenza covid e a cui non aveva avuto accesso subito dopo l’incidente. Non è ancora chiara la dinamica che la polizia locale confida di poter ricostruire attraverso i filmati delle telecamere di sorveglianza sistemate dal Comune nelle vicinanze. Sembra però che l’auto che l’ha travolto procedesse a bassissima velocità. Il conducente, che ora rischia di essere indagato per omicidio stradale, subito dopo l’incidente si è fermato per prestare i primi soccorsi.

Le condizioni di Franco Loche inizialmente non sembravano troppo crtiche. Era cosciente, anche se si era capito che avesse picchiato la testa o contro la macchina o nel cadere a terra. Quando è stato caricato sull’ambulanza che l’ha dovuto portare sino a San Gavino perché Oristano è senza pronto soccorso da 21 giorni, rispondeva ai medici. Durante il tragitto ha invece perso conoscenza. I medici del pronto soccorso dell’ospedale del Medio Campidano, si sono subito attivati, sottoponendolo alla Tac che ha accertato una grave emorragia cerebrale che non gli ha dato scampo. Per uno strano gioco del destino il dottor Loche ha cessato di vivere proprio nell’ospedale dove alcuni decenni prima aveva iniziato la sua carriera di anestesista rianimatore prima di essere trasferito a Oristano, dove, dopo aver diretto per lungo tempo il reparto di Rianimazione del San Martino, era diventato direttore sanitario ospedaliero e successivamente dell'Asl.

Andato in pensione, aveva continuato a lavorare come anestesista, libero professionista, nella clinica Madonna del Rimedio. Da più parti sono arrivati messaggi di cordoglio: l’Ordine provinciale dei medici, attraverso il suo presidente Antonio Sulis, ha espresso vicinanza alla famiglia per una morte che inevitabilmente ha destato molti interrogativi in città. Da tre settimane Oristano è priva del pronto soccorso, ormai trasformato di fatto in reparto covid. Ogni emergenza, a parte una brevissima parentesi di qualche ora il 27 ottobre, viene necessariamente dirottata fuori provincia, costringendo i pazienti non solo ad allungare il tragitto ma anche i tempi di attesa per ottenere le cure. Una situazione gravissima che non trova soluzione. Nonostante le continue proteste da parte di comitati, sindaci, sindacati, associazioni e cittadini, infatti, le porte del pronto soccorso del San Martino restano chiuse alle emergenze non covid.
 

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