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Pretendeva soldi dai genitori, assoluzione per un 50enne
TERRALBA. Le minacce verso i genitori erano la costante. La casa non era certo un paradiso in cui trascorrere allegramente i giorni, ma la sottile linea che configura il reato non era stata superata....
10 novembre 2020
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TERRALBA. Le minacce verso i genitori erano la costante. La casa non era certo un paradiso in cui trascorrere allegramente i giorni, ma la sottile linea che configura il reato non era stata superata. È stato quindi assolto il 50enne M.S., che o novembre del 2018 aveva avuto anche il divieto di avvicinarsi alla casa dei genitori. Sarebbero stati loro il suo bersaglio preferito, perché era a loro che chiedeva ripetutamente del denaro che gli serviva per trascorrere le proprie giornate in assoluta indipendenza. Solo che i soldi in casa non sempre abbondavano e alla fine, esasperati, i genitori avevano chiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
La disperazione li aveva convinti a quel gesto estremo che nessun genitore vorrebbe compiere verso il proprio figlio, ma la situazione era diventata insostenibile. M.S., nel giro di un mese aveva provato a farsi consegnare 500 euro, senza però riuscirci perché i due genitori non volevano più sottostare alle ritorsioni del figlio. Fu allora che iniziarono anche le minacce con la morte che veniva continuamente prospettata quale soluzione di un mancato pagamento.
I due però non cedettero e non diedero la somma richiesta al figlio che, nel frattempo, è finito sotto processo per estorsione, reato poi derubricato in tentata estorsione ed è stato questo il motivo che ha poi portato all’assoluzione. Il pubblico ministero Daniela Muntoni aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi, ma il giudice Marco Mascia ha accolto la tesi sostenuta dall’avvocato difensore Fabio Costa che ha ricordato come il codice escluda tra i reati possibili quello di tentata estorsione qualora a subirlo siano i genitori. È così arrivata l’assoluzione. (e.carta)
La disperazione li aveva convinti a quel gesto estremo che nessun genitore vorrebbe compiere verso il proprio figlio, ma la situazione era diventata insostenibile. M.S., nel giro di un mese aveva provato a farsi consegnare 500 euro, senza però riuscirci perché i due genitori non volevano più sottostare alle ritorsioni del figlio. Fu allora che iniziarono anche le minacce con la morte che veniva continuamente prospettata quale soluzione di un mancato pagamento.
I due però non cedettero e non diedero la somma richiesta al figlio che, nel frattempo, è finito sotto processo per estorsione, reato poi derubricato in tentata estorsione ed è stato questo il motivo che ha poi portato all’assoluzione. Il pubblico ministero Daniela Muntoni aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi, ma il giudice Marco Mascia ha accolto la tesi sostenuta dall’avvocato difensore Fabio Costa che ha ricordato come il codice escluda tra i reati possibili quello di tentata estorsione qualora a subirlo siano i genitori. È così arrivata l’assoluzione. (e.carta)