La Nuova Sardegna

Oristano

«Quei banchi sono inutili, riprendeteli»

«Quei banchi sono inutili, riprendeteli»

Il preside del De Castro ne ha ricevuto settecento non a norma e ha scritto alla Protezione civile. Ora attende la risposta

24 novembre 2020
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ORISTANO. Nella cultura cinese c'è una scuola filosofica interamente dedicata all'arte dell'arredamento. Si tratta del Feng Shui e, sicuramente, i suoi fondamenti non sono conosciuti da chi ha curato l'appalto governativo per i banchi monoposto nelle scuole italiane, visti i risultati che hanno portato alcuni dirigenti scolastici a decidere di rimandare indietro il materiale arrivato in questi giorni, difforme rispetto agli ordini inviati in estate. Fra loro anche il preside del “De Castro” Pino Tilocca, che nei giorni scorsi aveva denunciato l'inadeguatezza dei banchi di produzione portoghese, realizzati interamente in materiale plastico, fragilissimi e più grandi del previsto, tanto da vanificare gli sforzi fatti negli ultimi mesi per garantire le distanze di sicurezza in aula. Quanto li ha pagati il governo non è dato saperlo, ma il catalogo di Nautilus Sa, l'azienda portoghese che insieme ad altre dieci ditte ha vinto la fornitura messa in appalto dal commissario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri, propone per l'accoppiata banco-sedia un prezzo unitario di circa 100 euro. Solo al “De Castro” ne sono arrivati 700 e facendo un rapido calcolo e immaginando uno sconto per la massiccia fornitura la spesa del governo per un solo istituto potrebbe superare i 50 mila euro. Buttati al vento, perché con quei banchi non si può fare nulla: «Abbiamo mandato una comunicazione alla Protezione Civile, chiedendogli di riprenderseli indietro». Sono già passati alcuni giorni, ma per ora non è arrivata alcuna risposta e il problema riguarda anche tante altre scuole sarde e della penisola. «Anche se non li riprendono – spiega Tilocca – noi comunque non li utilizzeremo. Nelle aule rimetteremo quelli vecchi». Le misure, infatti, non corrispondono a quelle che erano state ordinate. A fronte dei 60 centimetri previsti, sono arrivati banchi da 74 centimetri e collocarli nelle aule è impossibile senza sacrificare alternativamente i corridoi di sicurezza tra le file o la distanza di un metro tra i ragazzi. Ma oltre alle misure c'è il problema della fragilità: «Se dovessero sostituirli con banchi dello stesso materiale, con le misure corrette, fra due anni c'è il rischio di doverli cambiare nuovamente». Al ritorno in aula, dunque, gli studenti del “De Castro” ritroveranno i loro vecchi banchi, molto più solidi e capaci comunque di garantire il distanziamento fisico previsto dalle norme contro il Covid. Rientro che Tilocca si augura possa avvenire già dal 7 gennaio: «Speriamo si possa riprendere con la didattica in presenza dopo le vacanze, anche gradualmente se necessario, e cominciare davvero quest'anno scolastico. È molto importante, soprattutto per i ragazzi del primo anno».

Davide Pinna

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