La Nuova Sardegna

Oristano

Il comitato striglia i sindaci: basta tacere

di Michela Cuccu
Il comitato striglia i sindaci: basta tacere

Il gruppo di cittadini contesta il silenzio sul pronto soccorso del San Martino chiuso da 40 giorni e chiede un intervento

01 dicembre 2020
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ORISTANO. È ora di rompere il muro di silenzio dietro il quale la politica sembra essersi trincerata. Al quarantesimo giorno di chiusura pressoché consecutiva del pronto soccorso dell’ospedale San Martino, la misura è colma. «I cittadini della provincia stanno vivendo una situazione di pericolo estremo: i sindaci devono intervenire», tuona il Comitato per il diritto alla salute che prova a svegliare dal torporre gli amministratori locali. Chiede un intervento immediato per la riapertura del pronto soccorso, diventato nei fatti un reparto covid, anche ai pazienti non contagiati e costretti da quaranta giorni a percorrere decine di chilometri per trovare un ospedale che li accolga, aspettando anche dieci ore dentro un’ambulanza prima di essere visitati.

Troppo per tacere ancora e così il Comitato, attrverso le portavoci Maria Carmela Marras e Gisella Masala, chiede ai sindaci della provincia di far valere la loro funzione, «In quanto interlocutori privilegiati per il ruolo che ricoprono, sia a capo delle rispettive amministrazioni, che negli organismi provinciali della sanità». Il richiamo è rivolto principalmente al sindaco del capoluogo Andrea Lutzu e al collega di Paulilatino, Domenico Gallus. Il primo è presidente del Comitato del distretto socio sanitario di Oristano; il collega di Paulilatino, oltre a essere il presidente della commissione alla Sanità in consiglio regionale, è a sua volta presidente del distretto socio sanitario di Ghilarza e Bosa.

Scrive il Comitato: «Ci rivolgiamo ai sindaci ricordandogli che la salute, come bene comune, identifica una specifica area di loro competenza e hanno l’obbligo di considerarla una priorità per tutta la comunità. Il sindaco quale ufficiale di governo può adottare i provvedimenti urgenti per eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e quindi l’integrità fisica della popolazione».

È un richiamo ben preciso all’adempimento del ruolo istituzionale e una presa di posizione sulla vicenda dato che sull’ospedale San Martino e sul suo Pronto soccorso, fanno affidamento le famiglie di oltre 150mila cittadini della provincia. È soprattutto su Andrea Lutzu che il comitato insiste per sapere quali siano stati i suoi interventi per sollecitare soluzioni. «Gli chiediamo di esporre pubblicamente la propria posizione ufficiale, anche quale presidente del Comitato di distretto socio sanitario di Oristano, ricordandogli che questo ruolo gli impone di verificare l'andamento delle attività socio-sanitarie distrettuali ed esprimere osservazioni e proposte sull’organizzazione e la gestione dei servizi e delle strutture presenti nel territorio».

Al fermo richiamo si affiancano richieste precise per Andrea Lutzu affinché renda pubblici tutti passi in questo periodo compiuti. Il riferimento e alle eventuali richieste avanzate alla direzione della Assl e all’assessorato regionale alla Sanità «laddove appare sia in atto uno scippo di personale e mezzi in favore di altri ospedali e ai danni del san Martino». E c’è anche una proposta che può sembrare provocatoria, ma che sembrerebbe l’ultima strada per uscire da uno stallo ormai insostenibile: la nomina, da parte del sindaco, di un commissario per l’emergenza ospedaliera, «considerata l’obiettiva situazione critica le cui conseguenze nefaste, in alcuni casi già manifestatesi, minacciano la sicurezza e l’incolumità fisica della popolazione».

Il Comitato infine annuncia una nuova iniziativa: «Ci rivolgeremo al Ministero, perché abbiamo il diritto di sapere quello che sta succedendo. Lo chiediamo per la difesa della nostra comunità».

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