La Nuova Sardegna

Oristano

Perdono i genitori a Genova, per due fratelli oristanesi scatta la gara di solidarietà

Davide Pinna
Una veduta di Genova
Una veduta di Genova

Lo straordinario aiuto del quartiere Quezzi. Ora si trasferiranno da una zia in città

01 dicembre 2020
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ORISTANO. Un lungo ponte di solidarietà, che scavalca il Tirreno e congiunge Oristano con Genova. Siamo nel quartiere di Quezzi, una lingua di case che si arrampica sull’Appennino ligure e che da lì in alto osserva tutta la città della Lanterna. Qui abitavano due ragazzi di 13 e 16 anni che nel giro di un anno hanno perso entrambi i genitori. Prima la madre, di origini oristanesi, per una malattia neurodegenerativa e poi il padre, pochi giorni fa, colpito da un malore. Inutile cercare le parole per descrivere il dolore di questi due ragazzi, la cui vita è stata sconvolta da due perdite di quelle che ti fanno crescere tutto d’un tratto, interrompendo bruscamente la serenità che dovrebbe spettare a tutti i ragazzi.

Anche nelle storie più tristi si possono trovare gli elementi per la rinascita, basta che un intero quartiere si stringa in un abbraccio attorno a questi due ragazzi, grazie all’attivismo del maestro di arti marziali di uno dei due fratellini. Niente nomi, questa è una storia di solidarietà in cui i protagonisti non vogliono mettersi in mostra, ma semplicemente dare un senso alla parola “comunità”, anche in una grande e caotica città di mare come Genova. Anche in un momento storico in cui i legami sociali sono a forte rischio di indebolimento e in cui per molti sarebbe facile preoccuparsi dei propri problemi. Così, proprio nel momento in cui i due fratellini hanno perso tutto, è arrivata la scoperta che a Genova i due erano tutt’altro che soli. Il quartiere in cui vivono si è rivelato una vera famiglia. «Non possiamo e non vogliamo lasciare soli due ragazzi nati e cresciuti nel quartiere. La mamma era la maestra di molti bambini della zona, era conosciuta e amata da tutti. Hanno dovuto affrontare una durissima prova, e questo è il nostro modo per stare loro vicini prima che se ne vadano».

A parlare è Massimo, il maestro di arti marziali, e le sue parole sono riportate da Andrea Barsanti, giornalista della testata Genova Today che ha raccontato per prima questa storia. Così Massimo scrive un post su Facebook e in breve tempo arrivano centinaia di reazioni e commenti. Parte una corsa solidale, che ha come punto di riferimento un negozio in pieno centro a Genova, e in tanti lasciano dei buoni o addirittura fanno delle offerte per aiutare i due fratellini, che si apprestano a lasciare la città per far ritorno a Oristano, dove saranno accolti da una sorella della madre.

«Le risposte sono arrivate da tutta Genova e anche da altre regioni. Abbiamo raccolto molto più di quanto ci aspettassimo» racconta Massimo alla Nuova. Ora, per loro, comincerà una nuova vita in una città diversa da quella in cui sono cresciuti, ma che sicuramente sarà in grado di accoglierli a braccia aperte e di non farli sentire soli. Intanto quasi sicuramente non dimenticheranno la straordinaria solidarietà del quartiere in cui sono cresciuti e del maestro di arti marziali che si è rivelato essere qualcosa di più di un semplice istruttore.

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