La Nuova Sardegna

ARBOREA. Col patentino è tutto in regola. Averlo non significa però che si può far ciò che a ciascuno piace: essere pescatori professionisti pone comunque degli obblighi, ancor più in un settore delicato come quello della pesca dei ricci. Così, all’uscita dall’acqua lungo il litorale di Arborea ha trovato come comitato di accoglienza gli agenti della stazione di Marrubiu del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Armati di pazienza e di tanta voglia di contare gli agenti hanno fatto la somma di quel che il pescatore aveva portato con sé a riva e, come accaduto qualche giorno fa sempre nelle coste dell’Oristanese, si sono accorti che il limite era stato sorpassato.

A un pescatore professionista che operi senza imbarcazione è consentita la pesca di mille ricci, qualora sia accompagnato da un’imbarcazione il quantitativo raddoppia. Arrivati a quel tetto massimo bisogna fermarsi, ma in questo caso il prelievo è stato molto maggiore. Il pescatore aveva infatti con sé 400 ricci in più del massimo consentito. Terminata la conta dei ricci, gli agenti li hanno rigettati in mare perché erano ancora vivi e hanno iniziato una nuova conta, questa assai più semplice perché stabilita dalla legge: non ci sono calcoli da fare, ma c’è solo una cifra da scrivere sul foglietto delle sanzioni ed è pari a 4mila euro. Altre sanzioni accessorie sono arrivate, ma non toccano il portafogli.

La multa arriva dopo una giornata tra le tante di intensi controlli a tappeto predisposti dal Servizio territoriale coordinato dalla dottoressa Tiziana Pinna su tutta la costa oristanese, una delle più battute dai pescatori di ricci che si muovono da varie zone della Sardegna verso il litorale della provincia considerato uno tra i più pescosi per questa specie marina che ha tanto successo nelle tavole. La voglia di prelibatezze in cucina però si scontra con la realtà dei prelievi esagerati da parte dei pescatori che negli ultimi anni stavano depauperando i fondali. (e.carta)