La Nuova Sardegna

Oristano

Raccolta differenziata, un errore da 571mila euro

di Davide Pinna
Raccolta differenziata, un errore da 571mila euro

Nel bilancio di previsione era stato ipotizzato un miglioramento che non c’è stato Il Comune costretto ad assestare i conti. Scontro tra assessore e opposizione Pd

03 dicembre 2020
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ORISTANO. Facendo i conti, si sa, può capitare di sbagliare. Ma se l’errore riguarda la cifra di quasi 600mila euro, è difficile chiudere un occhio e far finta di nulla. È capitato nel bilancio del Comune per la spesa sostenuta per il conferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani. Gli uffici avevano previsto, nel Bilancio 2020 approvato a maggio, una spesa complessiva di poco meno di 1 milione. Arrivati al momento del riequilibrio, approvato lunedì sera dal consiglio comunale, si è scoperto che quella previsione era totalmente sballata e bisognava aggiungere 571mila euro: un errore di valutazione che influisce sul totale in una misura superiore al 50 per cento, ancora più pesante se si pensa all’ottima tradizione del Comune nel campo della raccolta differenziata.

Non si è nascosto dietro i numeri e i meandri della contabilità l’assessore al Bilancio Angelo Angioi, che ha subito parlato di un errore grave: «Nel bilancio di previsione si era immaginato di raggiungere determinate percentuali di raccolta differenziata, che avrebbero fatto scattare dei risparmi. Questo invece non è successo, così abbiamo dovuto adeguare la previsione di spesa, riuscendo comunque a coprire senza problemi la differenza». Non sarà quindi una spesa in più, quanto un mancato risparmio: «Fare previsioni precisissime è impossibile – spiega Angioi – e per questo esiste il riequilibrio. In una fase difficile come questa, comunque, l’imperativo dev’essere quello della cautela».

All’inizio, quando si era scoperta la differenza, si era pensato all’incremento delle tariffe del Consorzio Industriale, dovute all’imposizione della Regione di conferire la frazione del secco all’impianto Macchiareddu ad Assemini e non più nell’impianto consortile di Masangionis ad Arborea. «Con i finanziamenti regionali da due milioni e mezzo – ha spiegato però il presidente del Consorzio Industriale, Massimiliano Daga – siamo riusciti a coprire quasi interamente le differenze tariffarie dovute al trasporto a così tanti chilometri di distanza». Ora l’inceneritore del Cagliaritano è chiuso e dunque si è ripreso a conferire ad Arborea, e la questione si riproporrà solo fra qualche anno, quando la linea del secco di Masangionis chiuderà. A quel punto, il problema diventerà strutturale, ma Daga spiega che migliorando l’efficienza su altre linee di Masangionis si potranno comunque contenere i costi.

Nel frattempo la minoranza consiliare non ha lasciato passare inosservato l’errore contabile del Comune. «Non riesco a capire le ragioni per cui è stata sbagliata questa previsione – ha affermato il capogruppo del Partito Democratico Efisio Sanna –. È un errore importante ed evidente di programmazione politica e mi sembra impossibile che a maggio non si sapesse quale sarebbe stato il costo reale per il conferimento in discarica». Certamente l’errore, per quanto non si ripercuota direttamente sulle tasche dei cittadini – con 270 euro per abitazione pagano la TARI più bassa tra i capoluoghi sardi e fra le più ridotte di tutto il Mezzogiorno – intacca un bilancio già abbastanza critico per le difficoltà economiche dovute al Covid e per i problemi cronici sulla riscossione e la lotta all’evasione.

Il nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti, d’altra parte, punta al raggiungimento di percentuali di differenziata tali da far scattare le premialità e i risparmi che consentirebbero davvero di rivedere al ribasso le spese per il conferimento in discarica.

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