La Nuova Sardegna

Oristano

l’inchiesta legata alla sartiglia 2018 

Violazione del segreto istruttorio, carabiniere sotto processo

Violazione del segreto istruttorio, carabiniere sotto processo

ORISTANO. Carabinieri contro. Uno è testimone dell’accusa, l’altro è imputato. Sono gli strascichi giudiziari figli dell’inchiesta nata all’indomani della Sartiglia del 2018, quella con gli attriti...

04 dicembre 2020
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ORISTANO. Carabinieri contro. Uno è testimone dell’accusa, l’altro è imputato. Sono gli strascichi giudiziari figli dell’inchiesta nata all’indomani della Sartiglia del 2018, quella con gli attriti tra l’ex questore di Oristano Giovanni Aliquò e i cavalieri della giostra equestre. Il motivo del contendere tra l’uno e gli altri erano le procedure per l’antidoping da effettuare durante la manifestazione, da cui nacquero due inchieste. Una è legata alla sostituzione di persona nelle procedure antidoping e proprio questa ha fatto nascere un’ulteriore indagine che ha portato sotto processo il carabiniere Antonio Mancinelli.

Nel marzo 2018, un mese dopo la Sartiglia dei veleni, era in servizio alla polizia giudiziaria della procura e proprio il procuratore Ezio Domenico Basso gli contesta, nel processo iniziato ieri, la violazione di segreto istruttorio. Antonio Mancinelli è accusato di aver rivelato a uno degli indagati della prima inchiesta, il cavaliere Roberto Pau, dell’esistenza dell’indagine sullo scambio di persona organizzato per evitare che saltassero fuori positività in seguito ai controlli antidoping predisposti dalla questura.

Di fronte ai giudici Carla Altieri, Marco Mascia e Serena Corrias hanno deposto i primi due testimoni. Uno è proprio il maresciallo Salvatore Marceddu che lavorava in procura con Mancinelli. A Marceddu un altro cavaliere, Paolo Rosas che è stato poi il secondo testimone a deporre ieri, aveva confidato di aver saputo dall’amico Roberto Pau dell’esistenza di un’indagine sulla sostituzione di persona. Da agente di polizia giudiziaria, come ha spiegato durante la deposizione, il maresciallo fece il suo dovere cioè comunicò quanto aveva appena appreso ai suoi superiori e quindi fu coinvolta la procura della Repubblica. Fu allora chiamato in causa Paolo Rosas, il quale ieri ha confermato di aver avuto quella confidenza dall’altro cavaliere Roberto Pau e di aver collegato il tutto al fatto che Antonio Mancinelli avesse dei rapporti con quest’ultimo. «Roberto Pau non mi disse i nomi dei possibili indagati – ha dichiarato in udienza Paolo Rosas –. Non mi rivelò la fonte delle informazioni e il collegamento con Mancinelli fu una mia supposizione per via della loro tfrequentazione».

Concluse le prime due deposizioni, saranno in aula altri tre testimoni dell’accusa il 25 marzo. Già però si intuiscono le divergenze tra l’accusa e la difesa rappresentata dagli avvocati Lorenzo Soro e Valentino Casula, i quali hanno insistito con le loro domande sul fatto che in città, sin dalle fasi successive alla Sartiglia di quell’anno, era voce diffusa che fosse stata aperta un’inchiesta penale sul pasticcio dell’antidoping, tanto è vero che la stampa ne avrebbe già dato notizia nel momento in cui saltò fuori l’ipotesi che tra la polizia giudiziaria ci fosse chi voleva agevolare gli indagati. (e.carta)

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