La Nuova Sardegna

Oristano

Medicina ospiterà solo malati covid

Medicina ospiterà solo malati covid

L’unità operativa del San Martino riceverà i pazienti del repartino e quelli di Bosa, ma poi l’ospedale sarà libero da positivi

06 dicembre 2020
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ORISTANO. Di fronte a una pandemia che lascia spazio all’immaginazione, l’errore più grave che si possa fare è quello di non cambiare mai idea e difendere l’indifendibile.

Questo metodo non sembra faccia parte dei vertici dell’Ares, a cominciare dal commissario straordinario Massimo Temussi per proseguire con i suoi collaboratori. Pochi giorni fa lo stesso Temussi in un incontro con le istituzioni locali e i vertici della Assl aveva ipotizzato di rednere gli ospedali di San Gavino e Ghilarza dedicati al Covid e di tenere fuori il San Martino dall’area dei contagi, sperando che la crisi riguardasse solo il pronto soccorso. E invece l’esplosione di nuovi casi in quatto reparti, solo ieri sono stati segnalati altri positivi tra i pazienti in ortopedia, ricoverati di recente (cluster interno o esterno?) ha costretto Temussi e i suoi collaboratori a rivedere i piani e i progetti, invertendo, per il momento, il flusso di ricoveri di pazienti positivi, e riportando al centro, obtorto collo, gli ammalati inviati in periferia.

E così i pazienti di Bosa andranno a Medicina di Oristano, che diventerà reparto covid e ospiterà anche i pazienti ricoverati negli altri reparti. La medicina no-covid si trasferirà nell’area adesso occupata dal repartino covid, 10 posti letto, e proseguiranno i lavori per dotare Bosa e Ghilarza di tutte le infrastrutture e il personale per renderli ospedali covid il prima possibile.

Per assurdo il maggior ritardo che la Ares deve affrontare non dipende da lei, e sono i tempi per la realizzazione dei sistemi di circolazione dell’ossigeno. Fonti Ares hanno confermato che solo tra una quarantina di giorni Bosa avrà l’ossigeno a norma, testato e certificato; sino a quella data ci si dovrà arrangiare.

I tempi per la realizzazione del reparto covid a Medicina al San Martino non saranno immediati. Già oggi la direzione Assl effettuerà i sopralluoghi per rendere sicuri e garantiti i percorsi di accesso e di uscita dal reparto. «Il reparto aprirà solo quando saranno battezzati e ufficializzati tutti i percorsi e non ci sarà alcuna possibilità di contatto tra le due zone, positiva e negativa – chiarisce Giorgio Carboni, direttore sanitario della Ares e braccio destro di Massimo Temussi nella gestione della risposta alla pandemia – la tutela dei pazienti deve andare di pari passo con quella degli operatori, per noi risorsa strategica e preziosissima. Vogliamo coinvolgerli, insieme ai rappresentanti per la sicurezza nei processi decisionali che porteranno a definire i percorsi dentro agli ospedali». Carboni ammette che il cambio di direzione sull’invio dei pazienti oristanesi positivi si è reso necessario dal devastante impatto che la crescita dei positivi ricoverati ha avuto sul principale ospedale della Provincia. «Il nostro cronoprogramma non cambia però – precisa Carboni – Oristano deve tornare a essere ospedale covid-free e i pazienti positivi andranno a Bosa e rimarranno a Ghilarza». In Ares sperano di non dover attivare ulteriori reparti, magari usando le aree oggi non utilizzate dello stesso San Martino, ma tutto questo dipenderà dalla capacità del sistema di tracciare, controllare e contenere la diffusione del virus. In ogni caso fonti Ares confermano che i nuovi posti in attivazione al Binaghi di Cagliari, un centinaio sono stati pensati anche per alleggerire il carico del centro-Sardegna.(g.cen.)

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