La Nuova Sardegna

Oristano

Al San Martino positivi in aumento tra il personale

Al San Martino positivi in aumento tra il personale

Altri due infermieri di rianimazione colpiti dal covid In settimana l’avvio della rivoluzione decisa dall’Ares 

07 dicembre 2020
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ORISTANO. Ore decisive per il destino del sistema sanitario oristanese. La crisi in cui versa il San Martino dovrebbe questa settimana trovare una prima soluzione con il trasferimento dei pazienti dal Pronto soccorso e da Bosa al reparto di medicina, che diventerebbe per due mesi reparto covid, prima di tornare, a febbraio alla sua ordinaria attività.

I vertici dell’Ares, il commissario Massimo Temussi e il direttore sanitario Giorgio Carboni hanno deciso in poche ore di rispondere all’emergenza apertasi al San Martino con una rimodulazione del piano programmato, che rimarrà pur valido ma che adesso viene sospeso e capovolto: non più pazienti covid a Bosa e Ghilarza, ma a Ghilarza e Oristano sino a quando la situazione dentro l’ospedale non tornerà a una vera, certificata e duratura normalità.

Il cammino verso questa situazione non sarà però rapido come confermano le ultime notizie provenienti da fonti ospedaliere: altri due infermieri della rianimazione sono risultati positivi; questi si aggiungono agli altri nove operatori dello stesso reparto colpiti dal covid. Cresce intanto il numero di pazienti di ortopedia positivi: ai quattro di sabato se ne è aggiunto un altro. Come se non bastasse il pronto soccorso continua a ospitare cinque pazienti covid, nell’area della osservazione breve intensiva e a lavorare con tutti i letti occupati e col personale costretto a dividersi tra le diverse emergenze. Basta un fatto imprevisto ma possibile, con l’incidente che ieri ha coinvolto quattro persone al confine tra le provincie del Medio Campidano e di Oristano, poi ricoverate al San Martino, per portare al limite l’intero servizio.

Sembra infine caduto nel vuoto il disperato appello del direttore della Assl Valentina Marras che aveva chiesto a tutti i medici dell’ospedale di dare la propria disponibilità a coprire i turni del reparto di Medicina. Nessuna comunicazione in tal senso è giunta dalla Assl, per cui è facile ritenere che a breve la stessa direzione aziendale intervenga con disposizioni ulteriori per rimodulare la presenza di personale in ospedale. È questo infatti uno degli aspetti più delicati: la carenza di personale che, in caso di positività di operatori, rende oltremodo critica la gestione dei reparti, riducendone la funzionalità.

La trasformazione di Medicina, con i fondamentali e condivisi percorsi distinti, come ribadito dal direttore sanitario della Ares Giorgio Carboni, potrebbe risolvere anche questa emergenza, ma per come si sta evolvendo la situazione è veramente una corsa contro il tempo. Un aiuto non indifferente potrebbe arrivare dall’applicazione anche al San Martino di uno screening continuato, approfondito e ripetuto del personale coinvolto, come è stato definito all’ospedale Marino di Cagliari, trasformato dall’Ares in ospedale covid. Lì gli operatori a contatto sospetto ricevono cinque tamponi in undici giorni. Una procedura impegnativa che sarebbe applicabile anche qui se non fosse che lo strumento per processare i tamponi, destinato a Oristano, è stato dirottato a San Gavino, come ha ammesso, sconsolata, la stessa direttrice Maria Valentina Marras.(g.cen.)

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