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Danni e disagi dopo l’ultima alluvione la provinciale rimarrà chiusa a lungo

di Michela Cuccu
Danni e disagi dopo l’ultima alluvione la provinciale rimarrà chiusa a lungo

ARBOREA. A Sassu, il giorno dopo l’esondazione dello stagno di S’Ena Arrubia il pericolo sembra ormai passato. Anche le famiglie che abitano nella zona più a rischio e per precauzione, fatte evacuare...

11 dicembre 2020
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ARBOREA. A Sassu, il giorno dopo l’esondazione dello stagno di S’Ena Arrubia il pericolo sembra ormai passato. Anche le famiglie che abitano nella zona più a rischio e per precauzione, fatte evacuare dal Comune, dopo una notte trascorsa da parenti e amici , sono rientrate nelle loro case. C’è meno acqua sulla strada provinciale 49 chiusa dalla mattina di mercoledì, ma resterà interdetta al traffico per molto tempo. Anche se ad occhi inesperti l'asfalto rimasto intatto farebbe pensare che le cose non siano andate poi così male, i tecnici della Provincia e della Protezione Civile hanno già accertato che la quantità d’acqua che, proveniente dal Monte Arci, l’ha travolta, ne ha fatto franare una parte. Tutto il traffico continua a venir dirottato sulla provinciale 52, quella che attraversa la borgata di Sant’Anna, proprio nel punto costeggiato da un viale di alberi antichi. Strada bellissima per chi la percorre per una gita, ma certo non in grado di sopportare l’aumento notevole del traffico di mezzi agricoli pesanti che fanno la spola con Arborea. La sindaca, Emanuela Pintus è preoccupata. Mercoledì ha dichiarato lo stato di calamità naturale ed ora, sono in corso gli accertamenti per stabilire l’ammontare dei danni e dei risarcimenti da chiedere. «Le previsioni meteorologiche non annunciano niente di buono. Ci saranno ancora piogge intense tra venerdì e sabato, temo che questa sia soltanto una tregua», dice in un brevissimo intervallo prima di ritornare nella zona con i vigili e i tecnici per i sopralluoghi che in ventiquattro ore sono stati così tanti da averne già perso il conto.

«Speriamo che intervengano in fretta sulla strada provinciale, altrimenti per noi saranno grossi problemi». L’idrovora di Sassu da mercoledì lavora a pieno regime. Ha acceso tutte e quattro le pompe, per liberare le terre sommerse. Succede molto raramente: «Nei giorni precedenti – dice infatti Pintus – ne aveva soltanto una in funzione. «Gli anziani ieri mi dicevano di non aver mai visto un evento così imponente», racconta Paolo Pinos, componente del Consiglio di amministrazione della Cooperativa Arborea che da queste inondazioni prevede danni enormi alle colture. Sono più di 200 gli ettari della zona ancora inondati. Terreni coltivati a carote e patate che stavano per essere raccolte. «La situazione è gravissima – dice ancora Pinos – abbiamo dei contratti con la grande distribuzione da onorare, ma se la produzione, come è facile immaginare, è andata perduta, le conseguenze saranno enormi». Spiega che la coltivazione delle patate quest’anno ha raggiunto l’apice nella zona. Coltura remunerativa, che però prevede costi molto alti, mai inferiori ai cinquemila euro ad ettaro, solo per l’impianto. «È chiaro che i nostri produttori avranno grossissime perdite», dice ancora Pinos. Non soltanto le coltivazioni ma anche l’area protetta ha dovuto subire i danni del maltempo ma solo fra qualche giorno si potrà sapere se quanto il diluvio abbia intaccato il delicato equilibrio dello stagno, a seguito anche dell’apertura delle paratie resasi indispensabile per far defluire le acque.

Intanto già si studia come intervenire nell’immediato per riportare la situazione alla normalità, ma soprattutto, per evitare che in caso di piogge abbondanti si ripetano ancora disastri come questo. E in Comune già pensano ad un piano che coinvolga la Protezione civile.

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