La Nuova Sardegna

Oristano

Dializzato col Covid non può curarsi: ogni seduta gli costa 150 euro

Piero Marongiu
Dializzato col Covid non può curarsi: ogni seduta gli costa 150 euro

15 dicembre 2020
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NURACHI. È positivo al covid-19 e per fare la dialisi deve andare tre volte alla settimana a Ghilarza. Uno spostamento che oltre ad aggravare le sue già precarie condizioni di salute costringe la famiglia a un notevole carico economico causato dalla necessità di raggiungere il centro del Guilcier con un’ambulanza attrezzata, il cui costo è di 150 euro a viaggio. Alla fine del mese si arriva a circa 1.800 euro, somma più alta della pensione percepita da Giovanni Carboni, 82 anni, ex agente della polizia penitenziaria, dializzato da circa due anni.

Se non viene trovata una soluzione alla sua situazione, è intenzionato a non continuare in quello che non esita a definire «un ulteriore calvario». Una decisione che potrebbe avere risvolti tragici, rischi dei quali è perfettamente consapevole, ma che non lo fanno recedere dalla decisione maturata. «Si tratta di una volontà lucida di suicidio», dicono amici e parenti, senza nascondere l’amarezza per la situazione in cui si trova la sanità oristanese, la cui inadeguatezza è stata fatta emergere in tutta la sua gravità dalla pandemia.

Giovanni Carboni è persona molto conosciuta in provincia e stimata nel suo paese, dove, negli anni ’90, ha ricoperto anche la carica di sindaco. «Sentirgli dire che non intende curarsi a causa delle difficoltà dovute alle carenze del sistema sanitario, equivale a una resa. È una sconfitta per tutti», dicono gli amici.

Ghilarza è stata individuata come struttura per la dialisi del centro Sardegna, temporaneamente riconvertita per tale scopo dalla Regione. Al centro ghilarzese, oltre ai pazienti della provincia di Oristano, fanno capo i pazienti del Nuorese. Le altre due strutture sono a Sassari e a Cagliari. Tre soli centri per tutti i dializzati sardi. Chi ha deciso per tale soluzione forse non ha pensato ai problemi economici e fisici cui sarebbero andati incontro pazienti e famiglie. Per sostenere economicamente i malati, la Regione ha previsto delle convenzioni con diverse associazioni del soccorso alle quali paga le spese di trasporto dei dializzati con le proprie ambulanze. Altre associazioni possono chiedere la convenzione. In alternativa si può chiedere di accedere ai fondi comunali previsti dal Plus. L’Assl non dispone di ambulanze dedicate al servizio, mentre l’Usca interviene solo per l’assistenza ai pazienti covid che non necessitano di ricovero. Non è il caso di Giovanni Carboni, che, pur essendo risultato positivo al virus, probabilmente contratto durante una seduta di dialisi, per vivere deve sottoporsi alla terapia tre volte la settimana.

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