La Nuova Sardegna

Oristano

Rottamava auto illegalmente, arrestato

di Enrico Carta
Rottamava auto illegalmente, arrestato

Uras, ai domiciliari per aver trattato circa 1.600 macchine senza autorizzazione

17 dicembre 2020
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URAS. Si dice che errare sia umano, ma perseverare vada ben oltre. Fatto sta che la denuncia di qualche mese fa non era bastata affinché Davide Soru, titolare di un’officina di rottamazione che però non aveva autorizzazioni per svolgere quel lavoro, terminasse con l’attività illecita. Reiterare il reato è qualcosa che la legge non consente e infatti è arrivato un nuovo provvedimento a fermare l’attività illecita di smaltimento. Da qualche giorno l’indagato è infatti ai domiciliari, dopo che il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cagliari ha accolto la richiesta del del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Guido Pani.

È stato quest’ultimo a coordinare l’indagine affidata alla sezione di polizia giudiziaria della Polizia stradale della questura di Oristano, diretta dal comandante Roberto Piredda. Gli agenti, che già erano intervenuti negli anni passati mettendo sotto sequestro un sito a Marrubiu in cui Davide Soru rottamava auto usate e ne smaltiva le componenti senza però avere le autorizzazioni per svolgere questo lavoro. Non pago del primo intervento della polizia stradale, culminato con la denuncia avvenuta lo scorso maggio, l’indagato aveva proseguito il suo lavoro, seppure con ritmi molto ridotti rispetto al passato, in un’officina di Uras. Si è così arrivati al provvedimento cautelare che comprende anche l’interdizione dall’esercizio dell’attività di autodemolitore e di tutte quelle connesse e al sequestro delle aree e dei capannoni in cui portava avanti il lavoro.

È accusato di una serie di reati ambientali per aver rottamato, in maniera del tutto abusiva, circa 1.600 auto. Questo ha comportato la produzione di una corposa quantità di rifiuti di diverse tipologie, tra cui rifiuti speciali e pericolosi come oli esausti, batterie, acidi, gas airbag e ovviamente una grossa quantità di metalli. La contestazione riguarda anche lo smaltimento illegale dei veicoli che avveniva mediante il confezionamento di un falso certificato di rottamazione, su cui veniva apposto un timbro univocamente riferibile, per via di un codice in esso stampigliato, a un altro operatore legittimamente autorizzato in una provincia diversa. E potrebbe non essere finita qui, perché c’è il sentore che le indagini possano andare ancora più a fondo e coinvolgere altre persone che potrebbero aver avuto legami di lavoro con l’indagato.

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