La Nuova Sardegna

Oristano

Ippocrate, chiesti 15 rinvii a giudizio

di Enrico Carta
Ippocrate, chiesti 15 rinvii a giudizio

I pubblici ministeri: «Concorsi truccati e assunzioni pilotate per garantire voti al Partito dei Sardi. Imputati da processare»

23 dicembre 2020
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ORISTANO. Gli indagati cambiano abito e diventano imputati. Sono sempre quindici, gli stessi dell’avviso di conclusione delle indagini notificato a settembre, ma su di loro adesso pende la richiesta di rinvio a giudizio con l’udienza preliminare che verrà celebrata il 3 marzo. Sarà allora che si decideranno le sorti giudiziarie della precedente gestione della sanità oristanese, quella che per la procura sarebbe stata trasformata in una fabbrica del consenso politico, che aveva come fine ultimo quello di ingrossare il bacino di voti del Partito dei Sardi.

L’inchiesta Ippocrate raggiunge una nuova fase cruciale. La richiesta sembrava imminente a fine estate, tutti la davano per certa in autunno, arriva invece nei primissimi giorni d’inverno. I pubblici ministeri Armando Mammone e Marco De Crescenzo non hanno mutato i loro convincimenti sull’esistenza di un disegno che, sfruttando posizioni di vertice all’interno dell’Assl, avrebbe mirato a rinforzare elettoralmente il PdS attraverso assunzioni interinali e concorsi pilotati con cui si sarebbe facilitato l’ingresso di persone amiche all’interno dell’Assl oristanese. A far da scudo ci sarebbero poi state le coperture, in taluni casi vere e proprio ostruzioni andate al di là della normale attività d’aula, garantite dai componenti del partito che agivano sullo scacchiere politico regionale.

Di fronte a questo quadro accusatorio, immutato rispetto agli albori dell’inchiesta e all’emissione dei provvedimenti di custodia cautelare dell’autunno 2019, i due sostituti procuratori, agendo sotto la supervisione del procuratore Ezio Domenico Basso e coordinando l’attività del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, sono arrivati alla richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse vanno dalla corruzione alla frode in pubbliche forniture; dall’omissione di atti d’ufficio all’abuso d’ufficio; dalla rivelazione e utilizzo di segreto di ufficio all’induzione indebita nel dare o promettere utilità.

Tra quelli in elenco, per questioni di ordine alfabetico, l’ultimo è il nome di Antonio Onorato Succu, difeso dagli avvocati Guido Manca Bitti e Roberto Olla. Sindaco di Macomer, qualche anno fa era anche direttore primario di Ginecologia al San Martino. Per la procura sarebbe stato l’uomo di punta di un sistema che, attraverso la leva della sanità, doveva riversare voti al Partito dei Sardi. Tra gli imputati figurino poi gli ex consiglieri regionali Augusto Cherchi, difeso dagli avvocati Pier Luigi ed Enrico Meloni, e Gianfranco Congiu – quest’ultimo, difeso dall’avvocato Pasquale Ramazzotti, era stato anche capo di gabinetto dell’assessore regionale Paolo Maninchedda, stella politica del PdS –, e ancora Mariano Meloni, ex direttore Assl, difeso dall’avvocato Vittorio Campus; Maria Giovanna Porcu, ex commissaria Assl, difesa dagli avvocati Guido Manca Bitti e Carlo Figus; l’elenco si completa con Gianni Piras, ex responsabile delle professioni sanitarie, difeso dagli avvocati Luigi Satta e Aldo Luchi; Salvatore Manai, ex capo degli infermieri del blocco operatorio, difeso dall’avvocato Antonello Spada; Angelo Piras, ex responsabile del personale, difeso dagli avvocati Basilio Brodu e Lorenzo Palermo; Agnese Canalis, responsabile dell’agenzia interinale E-work, difesa dagli avvocati Liliana Pintus e Massimiliano Ravenna; Nicola Contarini, responsabile dell’agenzia interinale Tempor, difeso dall’avvocato, Francesco Marongiu; poi i presunti beneficiari dei concorsi truccati ovvero Nicola Bassetti, difeso dall’avvocato Gianfranco Siuni; Angelica Faedda, difesa dall’avvocato Robert Sanna; Andrea Dore, difeso dall’avvocato Maurizio Serra; Giovanni e Daniela Sanna, padre e figlia, difesi dalle avvocatesse Maria Dina Mereu e Maria Stefania Arfeli.

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