La Nuova Sardegna

Oristano

Covid, a Oristano la vergogna dei container abbandonati

Covid, a Oristano la vergogna dei container abbandonati

Inviati dalla Protezione civile, dovevano essere il filtro per i pazienti del pronto soccorso in attesa dell’esito del tampone

30 dicembre 2020
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ORISTANO. Il quattordici dicembre durante l’incontro dal Prefetto Gennaro Capo con i sindaci, i sindacati e i vertici dell’Ares, i responsabili dell’Assl di Oristano avevano annunciato che la Protezione civile avrebbe presto inviato tre container -filtro per il Pronto soccorso del San Martino.

Una scelta strategicamente corretta che avrebbe evitato al reparto il continuo sopraggiungere di pazienti parcheggiati in attesa dell’esito del tampone.

Nella foto a fianco di Francesco G.Pinna scattata ieri pomeriggio si vedono i due container della Protezione civile destinati alla Assl, nel punto dove erano stati collocati quindici giorni fa. Da allora non si sono mossi, e non si sa che fine avrà fatto il terzo di essi. In ogni caso anche se tutti e tre, con calma, senza fretta, fossero stati portati nel piazzale dell’ospedale non sarebbero mai stati aperti e attivati, perchè risulta alla Nuova che le pompe di calore di questi container siano fuori uso e quindi vadano sostituite.

Tempi lunghi, si dirà, che comunque cozzano con l’emergenza di queste settimane. Non a caso la Assl, visto che questi container sono formalmente in carico alla Protezione civile e il “passaggio” di consegne non sarebbe stato comunque immediato, avrebbe pensato bene di ordinare una dozzina di ordinari container, da adibire magari a deposito e archivio cartaceo e di trasformarne alcuni in container adatti ad ospitare pazienti in attesa di entrare al Pronto Soccorso. Chiaramente questa scelta comporta ulteriore tempo, perchè quei container, “adattati”, dovrebbero comunque aver sistemi di riscaldamento, finestre e una sistemazione decente che non li faccia somigliare a quello che sono: scatole d’acciaio. Non si sa quando i container della Assl saranno collocati vicino all’ingresso del Pronto soccorso, né quali saranno le procedure e il personale a loro dedicato.

Di certo c’è che già adesso sia i medici che gli infermieri sono ridotti all’osso e mettere in piedi una struttura per quanto provvisoria e con funzioni di filtro senza provvedere a protocolli, personale e ruoli sarebbe quantomeno azzardato.

L’unica buona notizia che ieri è giunta dalla Assl è il completamento delle procedure di trasferimento dei pazienti covid dalla medicina di Oristano a quella di Ghilarza, il solo ospedale provinciale, in attesa che si completino i lavori a Bosa che adesso ospita ricoverati per diverse patologie che risultano positivi al virus.(g.cen.)

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