La Nuova Sardegna

Oristano

Le aree interne sperano nei soldi del Recovery plan

di Maria Antonietta Cossu
Le aree interne sperano nei soldi del Recovery plan

Il Gal del Barigadu e Guilcer in pressing sulla Regione per i soldi da investire Il presidente Pietro Arca: «La politica sarda deve viaggiare in un’unica direzione»

31 dicembre 2020
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GHILARZA. Il dossier sul Recovery fund che la Regione ha presentato al governo nazionale ha acceso le speranze sul rilancio economico e su un nuovo sviluppo sociale in una delle aree più povere d’Europa, ma alimenta anche i timori che una simile occasione possa essere sprecata. Nelle aree marginali dell’isola la percezione di essere alla fermata di un treno che difficilmente ripasserà è ancora più forte, come dimostrano gli svariati appelli a un confronto preventivo con i soggetti chiamati ad attuare i progetti su cui saranno investite risorse milionarie.

Anche il presidente del Gal Barigadu Guilcier sferza la politica regionale chiedendo la massima attenzione per gli aspetti deficitari del “sistema Sardegna” e la massima condivisione dei piani di sviluppo con le rappresentanze che possono avere voce in capitolo. La questione sarà affrontata in un ordine del giorno che Pietro Arca presenterà al consiglio comunale di Sorradile e successivamente agli enti pubblici partner del Gruppo di azione locale, per poi trasmetterlo alla giunta regionale e ai capigruppo in Consiglio.

«La Sardegna deve uscire da questa situazione con una sola voce perché, senza unità d’intenti, rischia di prendere le briciole», paventa Pietro Arca, che invece auspica «Il coinvolgimento dei parlamentari sardi di maggioranza e opposizione, dell’Anci, delle forze economiche e sociali per definire un’unica cabina di regia sull’impiego dei fondi comunitari. Ma calare obiettivi e progetti sui territori non basterà: bisogna ridurre i tempi eccessivamente lunghi delle procedure per l’utilizzo delle risorse».

Per superare il divario tra l’isola e il resto d’Europa l’amministratore invoca la vera continuità territoriale dei trasporti delle persone e delle merci, infrastrutture al servizio della mobilità sostenibile, l’interconnessione dei bacini artificiali a vantaggio dello sviluppo del sistema agro-industriale unitamente alla tutela dei paesaggi e degli ecosistemi, investimenti massicci nella difesa del suolo, nella prevenzione del dissesto idrogeologico e nei processi di adattamento ai cambiamenti climatici. «Clima e ambiente rappresentano una grossa fetta delle risorse comunitarie e due aspetti su cui si deve necessariamente intervenire», sostiene Arca, che chiede attenzione anche per il Piano strategico del turismo 2017-2022. «Il Recovery Plan – conclude il presidente del Gal – punta a colmare il divario tra il Nord e il Meridione e la Regione dovrebbe utilizzarlo per rilanciare le aree interne».

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