La Nuova Sardegna

Oristano

Saldi, avvio in ritardo e prospettive nerissime

di Michela Cuccu
Saldi, avvio in ritardo e prospettive nerissime

Giovedì primo giorno di “sconti”, ma non serviranno a risollevare il comparto Sara Pintus (Confcommercio): «Il vuoto di incassi colpisce tutte le aziende»

05 gennaio 2021
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ORISTANO. Slitta a giovedì l'inizio dei saldi invernali, che dovevano partire oggi. Con i negozi chiusi a causa della "zona rossa", tutto è stato rimandato. Saranno saldi pieni di incognite: « Sui quali però i commercianti puntano molto, dato che le misure anti contagio hanno avuto effetti pesantissimi, di fatto, cancellando gli acquisti natalizi che sono sempre stati una risorsa fondamentale per i negozianti». Parla Sara Pintus, direttrice della Confcommercio di Oristano, che non nasconde le preoccupazioni per il futuro di un settore strategico in città e nel territorio. «Adesso siamo allo stremo delle forze». La Confcommercio nazionale ha previsto un crollo nei fatturati di questi saldi invernali. Le stime parlano di un calo vertiginoso della spesa che passerà dai 5 miliardi dello scorso anno a 4. Numeri a ribasso, che prospettano una spesa pro capite di appena 111 euro, troppo pochi per gli operatori del settore che hanno dovuto tenere le saracinesche dei negozi chiusi nei giorni fino all'anno scorso clou delle vendite natalizie. «Per alcune tipologie il fatturato si è azzerato», denuncia Pintus che spiega: «Il più colpito è il settore legato alle cerimonie. L’impossibilità di tenere feste e ricevimenti ha fatto crollare le vendite degli abiti da sposa e in generale da cerimonia. Se poi si aggiunge che questo è un settore particolare, dove il commerciante deve acquistare un anno prima la merce, non è difficile immaginare i quali difficoltà attualmente si trovino queste aziende». La direttrice di Confcommercio spiega come il commercio in una realtà come quella di Oristano, che dipende moltissimo dal turismo sia al limite del collasso: «Quest'anno sono mancati i turisti stranieri, che erano quelli che facevano aumentare il volume degli affari. Un vuoto di incassi come questo, è difficile da sopportare anche per le aziende più strutturate», dice. In realtà, soprattutto nel settore della moda, che è quello maggiormente interessato dai saldi, molti commercianti hanno acquistato meno per non trovarsi, come è accaduto la primavera scorsa, con gran parte della merce invenduta. «Qualche azienda ha cercato di riprendersi alla fine di novembre con il Black friday – spiega Pintus – ma le vendite di un giorno, comunque non possono coprire il vuoto di un intero anno». La chiusura prima serale, poi totale, di bar e ristoranti che sotto le feste hanno potuto lavorare solo con gli asporti, ha letteralmente svuotato il centro della Città. «Con meno gente in giro, anche i negozi sono rimasti praticamente senza clienti – dice Pintus – ma questo è solo l'aspetto superficiale del fenomeno. Attività ferme, come nel caso della ristorazione, ha significato niente lavoro e niente stipendi per moltissimi lavoratori il cui potere d'acquisto si è azzerato».



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