La Nuova Sardegna

Oristano

Servizi sanitari carenti, allarme da Laconi

di Ivana Fulghesu
Servizi sanitari carenti, allarme da Laconi

La Comunità montana teme il blocco dei servizi nell’ospedale del territorio, quello di Isili

08 gennaio 2021
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LACONI. Torna l’incubo Covid nella cittadina del Sarcidano. Una breve tregua durante le festività senza nessun caso di contagio, quando ieri, inaspettata, è giunta la notizia della positività di quattro residenti. A destare particolare preoccupazione è la diffusione di nuovi contagi nei paesi del circondario, ma soprattutto l’emergenza sanitaria legata al focolaio di Covid19 scoppiato nel reparto di Medicina dell’Ospedale San Giuseppe di Isili, presidio di riferimento anche per gli utenti del versante oristanese del Sarcidano. Mentre si cerca di mantenere alta la guardia, memori del difficile periodo vissuto a novembre nel quale, a causa del Covid, sono deceduti 5 anziani, si segue con apprensione l’evoluzione della situazione epidemiologica e sanitaria del territorio, che pur facendo riferimento amministrativamente alla provincia di Oristano si appoggia all’ospedale di Isili, che dista da Laconi 18 chilometri, contro i 56 del San Martino.

Per quanto riguarda l’ospedale di Isili la Commissione Sanità della Comunità Montana Sarcidano/Barbagia di Seulo ha diramato un comunicato per sollecitare la Direzione Sanitaria del Presidio Unico di Area Omogenea ad adoperarsi per il trasferimento urgente dei pazienti presso un Covid Hospital.

Tra le ragioni della richiesta il fatto che si tratta di pazienti anziani che presentano co-morbilità, quindi gravemente esposti alle conseguenze del contagio, ma anche perché l’attuale reparto di Medicina è sito in un’ala provvisoria, in attesa di trasferimento, con ritardi nei lavori di ristrutturazione da oltre due anni. «Nonostante la grande abnegazione mostrata dal personale del San Giuseppe in queste ore, il nostro Presidio – si legge nel comunicato – non è stato ancora attrezzato per fronteggiare una simile emergenza».

Inoltre «le specialità più rilevanti nel monitoraggio e nella presa in carico dei pazienti Covid sono parzialmente o del tutto assenti: anestesisti, pneumologi, infettivologi, anche perché assorbiti dai Covid Hospital«.

Si teme anche l’interruzione dei livelli essenziali di assistenza per i pazienti non infetti. «Il Pronto soccorso, la Chirurgia, il Servizio Dialisi e tutti gli altri servizi rischiano di essere chiusi, con possibile conseguente dirottamento di utenti presso i già intasati ospedali cittadini».

Nello stesso documento la Comunità Montana fa riferimento anche ad altre problematiche quali gli innumerevoli tagli inferti ai servizi ospedalieri, l’insufficienza dei servizi domiciliari anti-Covid distrettuali, la sensazione che il Piano Regionale anti-Covid non stia funzionando e che il Piano vaccinale proceda assai a rilento».

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