La Nuova Sardegna

Oristano

Bilancio, il crollo non c’è stato

di Davide Pinna
Bilancio, il crollo non c’è stato

Il conti del Comune reggono nonostante un calo di 1 milione e mezzo nelle entrate tributarie

27 gennaio 2021
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ORISTANO. «La situazione non è radiosa». Non si abbandona a facili entusiasmi, l’assessore al Bilancio Angelo Angioi, commentando il confronto tra i conti comunali del 2020 e quelli del 2019. Le cose, però, sono andate meglio di come ci si sarebbe potuti aspettare, soprattutto per quel che riguardale entrate tributarie e forse si può considerare il bicchiere come mezzo pieno. «Siamo riusciti a non scendere più di tanto, nonostante le previsioni negative. Credo che abbia contribuito a questo risultato anche la campagna di comunicazione da parte dell’amministrazione». Il calo nelle entrate tributarie c’è stato ed è anche significativo, dato che a fronte dei 14 milioni del 2019 mancano quasi 1 milione e mezzo di euro, perché gli introiti dell’anno appena concluso sono stati di circa 12 milioni e mezzo.

Sarebbe potuta andare molto peggio, non fosse stato per la raccolta dell’Imu che è cresciuta nel confronto tra le due annate di poco più di un milione, passando da 5 milioni e 300mila euro a 6 milioni e 200mila. Tutto il contrario per Tari e Tasi, accorpate dal 2020 in unico tributo, per le quali mancano all’appello 2 milioni e mezzo di euro. Nel 2019 si erano incassati 6 milioni e 900mila, nel 2020 ci si è fermati a 4 milioni e 400mila. «Circa un terzo delle utenze non paga – spiega Angioi – e questo dato è in linea con gli anni precedenti». Ma se in termini percentuali la tendenza è quella consolidata, in termini assoluti il calo c’è e non è di poco conto, a conferma di una situazione economica generale tutt’altro che positiva.

Se per le entrate tributarie il conto è in rosso, i trasferimenti da parte di Stato e Regione sono invece quasi raddoppiati: 17 milioni nel 2019, 30 milioni nel 2020. Togliendo i fondi destinati al Plus, che il Comune ripartisce poi tra gli altri comuni del circondario, resta comunque una differenza di parecchi milioni, dovuti soprattutto ai ristori legati all’emergenza Covid. I fondi ministeriali sono passati da 300mila euro a 3 milioni e mezzo, quelli della Regione da 14 a 22 milioni.

Per quel che riguarda le entrate extratributarie, il crollo dovuto al Covid c’è stato, ma anche in questo caso limitato da voci in crescita. I proventi degli asili sono più che dimezzati, passando da 240mila euro a 107mila, le mense calano da 200mila a 150mila e i parcheggi a pagamento passano da 82mila a 64mila euro. Il rosso però è bilanciato dai 70mila euro arrivati dai proventi dei mercati a fronte dei 3mila del 2019 e dal raddoppio dei proventi per lo smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi, che passano da 186mila euro a 360mila.

Crollano le multe e le sanzioni amministrative: è entrato in cassa qualcosa in più di mezzo milione, mentre nel 2019 si era arrivati a 900mila euro. Una boccata d’aria significativa è arrivata dall’alienazione dell’ex mercato ortofrutticolo all’ingrosso di via Marconi, che valeva 2 milioni e mezzo di euro: nel 2019 ci si era fermati ad appena 90mila. Di segno opposto, a sottolineare una situazione di stallo nel mercato immobiliare, i proventi per i permessi di costruire: si è passati da più di 1 milione nel 2019 a 444mila euro nel 2020.

Escludendo dal conto le partite di giro, quelle entrate che in realtà non contribuiscono alla capacità di spesa del Comune, il Comune ha incassato circa 46 milioni nel 2019 e circa 55 nel 2020. Una differenza positiva dovuta soprattutto ai maggiori contributi esterni, ma che analizzata nel dettaglio mostra una certa difficoltà nelle altre voci. Sarà questa la partita, visti anche i richiami dei revisori dei conti sul disavanzo 2020, che dovrà giocare la giunta con l’imminente approvazione del bilancio di previsione: recuperare risorse, ritoccando il meno possibile le tasse. Sempre che ci si riesca.

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