I testimoni: «La Regione era in ritardo»
La difesa in aula: «Conti del Gal in rosso non per colpa degli amministratori»
27 gennaio 2021
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ORISTANO. «Andammo in soccorso del Gal Shardana quando la Regione bocciò le rendicontazioni. Il caos nella contabilità però era legato ai ritardi della Regione nel comunicare le modifiche sul ruolo dei gal». Daniele Manias, ingegnere, direttore tecnico del Gal Marmilla, ieri mattina ha spiegato ai giudici alcuni degli aspetti tecnici che crearono non pochi problemi agli allora amministratori del Gal Terre Shardana, che assieme ad alcuni consulenti sono finiti sotto processo per peculato.
Manias è uno dei numerosi testimoni chiamati a deporre dai legali della difesa composta dagli avvocati Katia Ledda, Riccardo Crovi, Debora Urru, Luisella Pani, Veronica Dongiovanni e Mario Gusi, che punta a smantellare le accuse del pubblico ministero Armando Mammone sull’uso personale di fondi pubblici imputato all’ex presidente del Gal Antonello Solinas, alla moglie Monica Deias, all’ex direttore Maurizio Cucchiara, ai consulenti Valentino Brunzu e Tiziana Tirelli. La prima a sedere al banco dei testimoni è stata l’ex assessora del Comune di Oristano, Pupa Tarantini, che aveva svolto l’attività di consulente per il Gal per eseguire delle ricerche storiche. Rispondendo a una domanda dell’avvocatessa Luisella Pani che difende l’ex presidente del Gal, ha parlato di un clima di lavoro sereno. Ha descritto quindi un quadro molto diverso da quello fatto di pressioni e minacce per costringerle a modificare atti e contabilità, da parte degli amministratori, riferito dalle tre dipendenti che si sono costituite parte civile e assistite dagli avvocati Romina Marongiu e Andrea Deidda.
L’udienza, con le testimonianze tra le altre dell’allora presidentessa del collegio dei revisori, Maria Boe, ha ruotato sul doppio ruolo del Gruppo di azione locale come società di gestione di fondi pubblici e come azienda privata, dunque con doppia contabilità, anche se, come ha spiegato la curatrice fallimentare Emanuela Campus, il bilancio era unico. Bilanci che dal 2010 non chiusero più in pareggio. Passività determinate, come si sono sempre difesi gli imputati, dalle sanzioni che dovettero pagare alla Regione che aveva bocciato le rendicontazioni.
I testimoni hanno poi affermato che la contabilità non era in capo agli imputati, ma al direttore tecnico Salvatore Polo. Aspetto ribadito davanti ai giudici anche da Cesello Putzu, subentrato alla presidenza del Gal dopo le dimissioni del cda guidato da Solinas e che ha spiegato il ruolo di vivacizzatore dell’econimia locale affidato ai Gal. Nell’udienza del 23 febbraio, parlerà il perito incaricato dalla difesa di verificare la contabilità per capire se c’è stato peculato. (m.c.)
Manias è uno dei numerosi testimoni chiamati a deporre dai legali della difesa composta dagli avvocati Katia Ledda, Riccardo Crovi, Debora Urru, Luisella Pani, Veronica Dongiovanni e Mario Gusi, che punta a smantellare le accuse del pubblico ministero Armando Mammone sull’uso personale di fondi pubblici imputato all’ex presidente del Gal Antonello Solinas, alla moglie Monica Deias, all’ex direttore Maurizio Cucchiara, ai consulenti Valentino Brunzu e Tiziana Tirelli. La prima a sedere al banco dei testimoni è stata l’ex assessora del Comune di Oristano, Pupa Tarantini, che aveva svolto l’attività di consulente per il Gal per eseguire delle ricerche storiche. Rispondendo a una domanda dell’avvocatessa Luisella Pani che difende l’ex presidente del Gal, ha parlato di un clima di lavoro sereno. Ha descritto quindi un quadro molto diverso da quello fatto di pressioni e minacce per costringerle a modificare atti e contabilità, da parte degli amministratori, riferito dalle tre dipendenti che si sono costituite parte civile e assistite dagli avvocati Romina Marongiu e Andrea Deidda.
L’udienza, con le testimonianze tra le altre dell’allora presidentessa del collegio dei revisori, Maria Boe, ha ruotato sul doppio ruolo del Gruppo di azione locale come società di gestione di fondi pubblici e come azienda privata, dunque con doppia contabilità, anche se, come ha spiegato la curatrice fallimentare Emanuela Campus, il bilancio era unico. Bilanci che dal 2010 non chiusero più in pareggio. Passività determinate, come si sono sempre difesi gli imputati, dalle sanzioni che dovettero pagare alla Regione che aveva bocciato le rendicontazioni.
I testimoni hanno poi affermato che la contabilità non era in capo agli imputati, ma al direttore tecnico Salvatore Polo. Aspetto ribadito davanti ai giudici anche da Cesello Putzu, subentrato alla presidenza del Gal dopo le dimissioni del cda guidato da Solinas e che ha spiegato il ruolo di vivacizzatore dell’econimia locale affidato ai Gal. Nell’udienza del 23 febbraio, parlerà il perito incaricato dalla difesa di verificare la contabilità per capire se c’è stato peculato. (m.c.)