La Nuova Sardegna

Oristano

L’arancione si abbatte sui locali

L’arancione si abbatte sui locali

Cabras e dintorni, i ristoratori temono di non potersi più riprendere e invocano aiuti immediati

28 gennaio 2021
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CABRAS. Disperati, con l’ultimo lockdown della zona arancione che fa intravvedere un futuro nerissimo. I ristoratori di Cabras e Torre Grande temono il colpo d icoda del covid, per i loro affari. «L'ultima chiusura avrebbe potuto essere posticipata al lunedì – sottolinea Letizia de Sa Bell'e Crabasa – se solo il Governo avesse ascoltato le associazioni che ci rappresentano. Non è fattibile per noi che i dati vengano forniti da venerdì a venerdì, perché questo significa dover chiudere la domenica senza preavviso, con tanta merce già ordinata e molte prenotazioni prese che poi ci tocca disdire». Lo spreco della merce costituisce un grave problema: «Tanti prodotti, soprattutto quelli freschi, vanno ordinati prima – spiega Letizia - avevamo delle ordinazioni e abbiamo dovuto pagare i fornitori pur sapendo che non potevamo lavorare. Oggi siamo chiusi completamente e non stiamo facendo asporto, perché, considerato il bacino d'utenza ridotto e le limitazioni negli spostamenti delle persone, costituirebbe per noi soltanto un ulteriore costo. Faremo dei test nel locale di Torre Grande, visto che Oristano ha un bacino d'utenza più ampio». Perdite significative anche per 'Il Caminetto', ristorante storico di Cabras: «Anche se noi, rispetto ad altri, non dobbiamo sostenere i costi dell'affitto, ci sono comunque da pagare le bollette e le consulenze. Per ora facciamo l'asporto nel fine settimana, mentre gli altri giorni non è conveniente». Non va meglio al ristorante 'I Giganti' di via Tharros. «Siamo chiusi e i problemi ci rincorrono – spiegano Angelo e Cristina – questa situazione di incertezza ci butta giù. Anche quando si apre, i clienti in settimana sono pochi. L’asporto? Non conviene». Chiusura totale anche per 'Il mare in tavola'. «Avevo diversi prenotati. – sottolinea Giuseppe – qualche cliente della zona è riuscito a venire il sabato, evitando di perdere la giornata. Gli altri hanno dovuto disdire ed io la spesa l'avevo già fatta. Abbiamo investito per poter ripartire, ma ci tengono chiusi». Si prova comunque a guardar avanti con ottimismo: «Ho fatto degli investimenti, – racconta Antonio del ristorante 'Il Lido' di Torre Grande – anche per migliorare la logistica del locale e separare le varie zone. Mi aspettavo che a gennaio ci facessero lavorare, invece ci troviamo tutti in questa situazione». Stefano Meli, titolare de 'Su Soi', si interroga: «Perché posso andare in un negozio senza controllo, regolandomi col buon senso, e invece in un ristorante e in un bar in cui sei controllato e accompagnato al tavolo non posso andare? Ho aperto una nuova attività, fatto investimenti importanti per la logistica, ma lavorando prevalentemente la sera, perché siamo fuori Cabras, praticamente non ho visto un euro. Soffrono anche i miei dipendenti, che sono andati in disoccupazione e ancora non hanno preso un euro».

Paolo Camedda

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