La Nuova Sardegna

Oristano

I pescatori di ricci scendono in piazza a Cabras: «Fateci lavorare»

Paolo Camedda
I pescatori di ricci scendono in piazza a Cabras: «Fateci lavorare»

Prima giornata di protesta per il fermo dell’attività. Da oltre un anno la raccolta nell’Area Marina è bloccata

30 gennaio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. Divampa la protesta. Una quarantina di pescatori di ricci, in rappresentanza delle associazioni Unione Pescatori Subacquei Professionali del distretto di Oristano e Gruppo di Interesse per l’echinocoltura in Sardegna, hanno manifestato ieri mattina davanti alla sede dell’Area Marina, in Corso Italia, dov’è esploso il malcontento. Dal 2019 non gli è permesso di svolgere il loro lavoro nelle acque locali e anche per questa stagione c’è il rischio che la situazione si ripeta.

Nonostante il Comune e l’Area Marina si siano mossi nei mesi scorsi per provare a sbloccare la situazione, al momento dal ministero dell’Ambiente non c’è stata una risposta definitiva e la Commissione di Riserva, che ha potere consultivo, ha espresso parere negativo anche sulla possibilità di permettere la pesca del riccio con quantità e giorni ridotti, basando tale scelta sulle rilevazioni negative del Cnr. Una situazione ingarbugliata in cui per i ricciai è difficile intravedere una via d’uscita.

«Chiediamo di poter pescare, di fare il nostro lavoro. Fate qualcosa per sbloccare la situazione, altrimenti anche quest’anno finisce che non si farà nulla – gridano, quando il sindaco e la giunta vengono loro incontro –. La stagione è compromessa. I mesi migliori, quelli invernali, sono quasi trascorsi senza poter pescare. Se non avremo risposte in tempi brevi organizzeremo proteste più eclatanti».

Ne nasce un confronto piuttosto acceso, in presenza anche dei rappresentanti dell’opposizione consiliare e dei componenti dell’Area Marina. Rovesciate in terra ci sono le bacinelle bianche usate per la raccolta con le boe di segnalazione. A farsi carico delle istanze dei ricciai i presidenti delle Associazioni David Bichi e Giacomo Bilancetta, e i loro vice Enrico Loi e Nicola Castangia. Dall’altra parte il sindaco Andrea Abis ha preso la parola: «Approvo e appoggio la vostra presenza oggi, è giusto che facciate sentire la vostra voce. Come presidente dell’Amp ho scritto al Ministero il 1° novembre per chiedere l’autorizzazione alla pesca. La risorsa in questi due anni non è aumentata, al contrario i dati riportano un calo, ma evidentemente la soluzione del problema non può avvenire esclusivamente con il blocco dei pescatori autorizzati».

Per Abis la via può essere una combinazione di sussidi economici e nuovi progetti alternativi alla pesca, che coinvolgano i ricciai all’interno dell’Area marina: «In Comune ci sono dei fondi residui che potrebbero tamponare l’emergenza. Siamo poi convinti che la presenza dei ricciai regolarmente autorizzati nello specchio di mare dell’Amp possa fungere da aiuto nella lotta alla pesca abusiva, insieme al lavoro della Capitaneria a cui abbiamo chiesto un sostegno deciso con il monitoraggio in mare».

Alcuni dei presenti non sono però soddisfatti: «L’Area marina è stata solo un danno per noi, avrebbe dovuto coinvolgerci invece non siamo stati mai impiegati in alcun progetto. È stata gestita male e ormai non se ne esce. Non capiamo come possano essere diminuiti gli stock, se l’anno precedente non abbiamo pescato. Evidentemente gli abusivi ci sono e fanno danni. Permetteteci di pescare».

La situazione si surriscalda, il sindaco promette un incontro con gli assessori regionali Gabriella Murgia Gianni Lampis. La protesta si scioglie poco prima di mezzogiorno. Le parti si danno appuntamento alla prossima settimana con l’obiettivo di una soluzione condivisa.

In Primo Piano
I controlli

In gita da Sassari a Nuoro senza assicurazione: nei guai il conducente di un pullman pieno di studenti

Le nostre iniziative