La Nuova Sardegna

Oristano

«Fateci fare una benedizione notturna»

«Fateci fare una benedizione notturna»

Sartiglia, lettera di 600 donne al prefetto. «Comprendiamo il vostro no, ma salvate la tradizione»

05 febbraio 2021
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ORISTANO. Una lettera fuori tempo massimo, un atto d’amore verso la città e la Sartiglia: l’hanno sottoscritta oltre seicento oristanesi, su proposta di Maura Falchi, presidente dell’ordine degli architetti e di Stefania Pinna, che nei giorni scorsi ha ricevuto la Camelia per la Sartiglia.

Falchi e Pinna hanno scritto al Prefetto, al questore, al sindaco e ai presidenti dei due Gremi, suggerendo anche una soluzione. «Ci rivolgiamo a voi per esternarvi la delusione e la profonda amarezza provata nell’aver appreso la notizia della decisione con la quale vi siete assunti la responsabilità di voler interrompere la tradizione che da secoli di storia contraddistingue la città di Oristano. Crediamo che non si debba identificare la Sartiglia solo con la festa, con la folla, con i banchetti e le bancarelle; noi ne conosciamo anche l’anima più profonda, più essenziale, che trae forza dall’essere perpetuata da cinque secoli. Ci trovate d’accordo – continua la lettera – su qualsiasi perplessità possa essere stata da voi espressa sullo svolgimento della festa, a causa della situazione di precarietà e timore in cui ognuno di noi vive ormai la sua quotidianità, nel rispetto per la sofferenza di chi ha perso parenti, amici e lavoro. Accettiamo con riverenza l’impossibilità di dedicarci a rallegrare una consuetudine conviviale carnevalesca. Vi chiediamo di poter rivalutare la decisione a nome di tutte le donne che vivono e hanno vissuto una tradizione che affonda le sue radici non sull’aspetto folcloristico della giostra, ma sul lato emotivo e simbolico che il rituale trasmette da generazioni». Per le autrici e le firmatarie del testo «se fosse data la possibilità a un giovane di indossare le vesti del capocorsa aiutato da una donna di famiglia, alla presenza di una rappresentanza ridotta del Gremio, far sì che salga a cavallo, che incontri il suo compagno anch’egli mascherato, ad una distanza che i due animali saprebbero mantenere, le spade potrebbero incrociarsi in segno di rispetto e su Componidori potrebbe donare alla città la benedizione, garantendo il buon auspicio che ognuno di noi si augura. Il tutto nel silenzio di una notte in cui il coprifuoco verrebbe rispettato dalla cittadinanza che si mostrerebbe collaboratrice, nell’attesa che la magia sia compiuta. L’emozione avrà scaldato così lo stesso i nostri cuori grazie alla consapevolezza di aver fatto di tutto per salvare quello che i nostri avi ci hanno lasciato in eredità, l’amore per la tradizione»



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