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Alcol vietato dopo le sedici, ma l’ordinanza fa discutere

Alcol vietato dopo le sedici, ma l’ordinanza fa discutere

ORISTANO. Niente Carnevale (e Sartigia) e niente alcol dalle 16 di ieri sino a mezzanotte di domenica. Sarà così per i prossimi tre fine settimana e il divieto varrà anche per le intere giornate di...

06 febbraio 2021
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ORISTANO. Niente Carnevale (e Sartigia) e niente alcol dalle 16 di ieri sino a mezzanotte di domenica. Sarà così per i prossimi tre fine settimana e il divieto varrà anche per le intere giornate di giovedì 11, martedì 15 e venerdì 16. Fra i gestori dei bar, però, montano proteste e preoccupazioni, perché l'interpretazione letterale dell'ordinanza emessa nei giorni scorsi dal sindaco Lutzu per alcuni sembrerebbe impedire anche a loro la somministrazione di bevande alcoliche.

Solo analcolici. Da lunedì la Sardegna tornerà in zona gialla e, se ai tavolini e dentro i locali si possono servire solo caffè e bibite gassate, la tanto attesa boccata d'aria potrebbe trasformarsi, per i bar, in respiro affannoso. L'ordinanza impone il divieto per la detenzione e il consumo di bevande alcoliche «nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico dell’intero territorio comunale». Ne è vietato anche il trasporto, se il fine è quello di consumare la bevanda nelle aree pubbliche e aperte al pubblico.

L’equivoco. Resta però il problema: il cittadino di ritorno dalla spesa domenicale, magari con il suo cartone di sei mezze birre da centellinare nel corso dell'intera settimana, deve affidarsi al buon senso degli agenti che lo controllano o deve dimostrare che quelle birre le consumerà solo al riparo delle quattro mura domestiche? Il sindaco Lutzu, aveva spiegato che il divieto non vale per bar e locali, né all'interno né nei tavolini fuori e lo ha ribadito anche ieri con una nota stampa divulgata in serata. Ma se l'interpretazione autentica del sindaco esclude l'applicazione del divieto i locali, quale sarà mai problema? Qualche barista scrupoloso, perplesso di fronte all'interpretazione dell'ordinanza, ha chiamato la polizia municipale per chiedere se il divieto lo riguardasse e si è visto rispondere che sì, stando alla lettera la somministrazione di alcolici è vietata anche per i locali.

La precisazione. Da qui il passaparola, le preoccupazioni condivise e infine le precisazioni di Lutzu. Il problema sta tutto sta nel significato che si vuole dare alle locuzioni «luoghi pubblici e aperti al pubblico», ma è chiaro che, quando in ballo c'è una multa da 500 euro, sono pochi i baristi che si vogliono avventurare sulla strada dell'esegesi giurisprudenziale. Per il dizionario giuridico edito dalla casa editrice Simone luogo pubblico è quello in cui tutti possono entrare, aperto al pubblico è quello in cui si può entrare dopo aver magari pagato un biglietto o esibito un invito. Insomma, non solo strade e piazze, ma anche bar e ristoranti possono essere considerati luoghi aperti al pubblico e, dato che nell'ordinanza non sono esplicitamente esclusi dal divieto, molti baristi temono di incorrere nelle sanzioni. Le prime ore di applicazione del divieto, hanno visto una città vuota: in piazza Cattedrale non c'era una folla di giovani, ma un presidio della polizia.(dav.pi.)

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