La Nuova Sardegna

Oristano

L’appello degli animalisti: «Serve subito un gattile»

di Michela Cuccu
L’appello degli animalisti: «Serve subito un gattile»

Per sterilizzare i mici la Assl li porta a Sassari, ma i costi sono troppo elevati «E questi animali soffrono le pene dell’inferno per un viaggio non piacevole»

06 febbraio 2021
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ORISTANO. «I gatti delle colonie non devono più essere portati a Sassari per la sterilizzazione: è un viaggio troppo lungo, che li stressa non poco. Tutto ciò non avverrebbe se a Oristano ci fosse un gattile». È un vero e proprio appello, quello lanciato da Erika Podda, volontaria dell’associazione che si occupa di contrastare il randagismo “Gli amici di Tomy e Romy”. Erica si occupa di una delle diciotto colonie feline di Oristano, riconosciute dal Comune, portando da mangiare , tenendo pulita l’area dove vivono i gatti, curando l’allestimento di cucce e ripari, occupandosi anche di portare gli animali dal veterinario se malati e di curarli. Volontari che si occupano anche di catturare i gatti per farli sterilizzare. «Non è una operazione semplicissima – spiega Erika – sono animali che vivono liberi, quasi selvatici: è facile immaginare quanto soffrano soltanto a stare chiusi dentro un trasportino». La sterilizzazione è l’unica arma possibile per fermare le nascite e contrastare il randagismo. Fino a pochi anni fa, i gatti venivano sterilizzati nell’ex mattatoio comunale in una sala operatoria poi risultata non idonea. Da allora le sterilizzazioni avvengono presso la clinica veterinaria universitaria di Sassari, struttura che si è aggiudicata la convenzione con l’Azienda sanitaria di Oristano al costo di cento euro a sterilizzazione. «Il problema è che in tutta la provincia non c’è un canile sanitario, che potrebbe fungere anche da gattile – spiega Giuseppe Sedda, dirigente veterinario della Assl di Oristano – i canili sanitari sono molto diversi dai canili rifugio dove vengono portati i randagi catturati in attesa di adozione. Sono infatti dotati di sala operatoria e a questo punto, gli animali non verrebbero più portati fino a Sassari», prosegue Sedda, che precisa come «il trasporto avviene in mezzi idonei allo scopo in maniera da limitare al massimo traumi e stress per gli animali».

Una soluzione potrebbe arrivare trasformando il canile comunale di Terralba, mai entrato in funzione, in canile sanitario. Ipotesi che l’amministrazione della cittadina starebbe già valutando da tempo. «In questo modo avremmo già risolto gran parte dei problemi – dice Giuseppe Sedda – l’ideale sarebbe però che il Comune di Oristano ristrutturasse almeno una parte dell’ex mattatoio, realizzando una sala operatoria attrezzata. Su questa possibilità avevamo avviato un confronto con l’amministrazione comunale, poi purtroppo, è arrivata l’emergenza Covid-19 l’argomento è rimasto, come tanti altri, in sospeso». Il dirigente veterinario ha persino ipotizzato i costi di quella che, spiega, potrebbe diventare un polo di riferimento regionale. «Abbiamo stimato in circa 60 mila euro il costo delle attrezzature, assieme al resto dei lavori di adeguamento, ci vorranno circa 100 mila euro», dice. Cifra non altissima, soprattutto si considera che la Assl di Oristano, per far sterilizzare cani e gatti a Sassari ha speso nel solo biennio 2016-17 quasi 38mila euro.

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