La Nuova Sardegna

Oristano

Sintetico o terra? Inizia la sfida

di Enrico Carta
Sintetico o terra? Inizia la sfida

Braccio di ferro tra i soci del TC 70 e raccolta di firme per decidere la superficie del campo da tennis

09 febbraio 2021
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ORISTANO. Terra battuta o sintetico? Il dilemma non è solo per i fanatici da racchetta e pallina, ma rischia addirittura di diventare un caso politico. La riprova sono la raccolta di firme avviata nelle scorse settimane tra i genitori degli allievi della scuola tennis del TC 70 e il fatto che si mormori di più di una discussione avvenuta sia all’interno della giunta comunale sia tra la stessa giunta e la società che ha in concessione gli impianti sportivi di Torregrande, dove, peraltro, il fronte dei soci è spaccato – voci di corridoio, non quello tennistico, dicono che sarebbe maggioritaria la parte che preferirebbe il sintetico –.

Non si parla di scegliere su quale superficie giocare la prossima partita del sabato, ma di quella con cui realizzare il quinto campo della struttura. Nei mesi scorsi, l’impianto era stato ristrutturato quasi per intero. C’erano i soldi per rifare la superficie ormai sbriciolata di quattro campi e l’illuminazione con l’aiuto economico della società sportiva. Il saldo finale è a favore del Comune che, con le classiche economie di spesa sui lavori, si ritrova ad avere ancora soldi da investire. Decide così di rifare il quinto campo ed è il momento in cui l’armonia sparisce da Torregrande, dove ora soffia una brezza chiamata malumore.

C’è chi il nuovo campo lo vorrebbe ancora in greenset, materiale sintetico già utilizzato per gli altri quattro campi, e chi invece non vede l’ora di poter giocare sulla terra rossa e sognare imprese da Roland Garros pensando anche al sollievo per le proprie articolazioni non più giovanissime.

Ne nasce così una disputa che non riguarda solo società e iscritti più o meno giovani, ma anche la politica. La dirigenza e lo staff tecnico del Tennis Club 70 hanno sposato la linea del sintetico, prevedendo problemi di gestione per il campo in terra battuta e per l’organizzazione di tornei di livello che richiedono un numero di campi superiore a quattro della stessa superficie. Ma c’è chi tra i soci spinge per la seconda ipotesi, desideroso di testare le proprie abilità sul “rosso” e sostenendo che un campo su cinque non crei problemi né all’attività della scuola tennis né all’organizzazione di tornei.

Le due fazioni però devono attendere per capire da che parte cadrà la pallina. La decisione ultima spetta ovviamente alla giunta comunale che ha sul tavolo entrambe le proposte, comprese di costi e di vantaggi e svantaggi nella gestione. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con alcuni dirigenti della società. Prima di allora e di un ulteriore confronto in giunta non si decide. «Stiamo valutando, a breve scioglieremo la riserva e comunicheremo la nostra scelta», le poche parole dell’assessora allo Sport Maria Bonaria Zedda, che veste i panni del giudice arbitro di uno scambio di opinioni tra i soci che dura da settimane.

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