La Nuova Sardegna

Oristano

Sartiglia, lo strappo all’ultimo minuto dei Falegnami

Davide Pinna
Sartiglia, lo strappo all’ultimo minuto dei Falegnami

Vestizione e benedizione nella sede del Gremio. «Lo abbiamo fatto per la città e per il mondo intero»

17 febbraio 2021
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ORISTANO. La decisione sulla cerimonia che non ti aspetti sarebbe arrivata a tarda notte. Lunedì dopo le 23 il presidente dei Falegnami Antonello Addari ha pensato bene di svolgere l'indomani mattina la vestizione del Componidori Giuseppe Sedda e la successiva benedizione del capo corsa.

Ma la scelta dev’essere maturata più lentamente e coinvolgendo diverse persone, tanto che la vox populi la dava per certa da giorni. Mentre sulle mosse dei Contadini si rimaneva nel dubbio, per i Falegnami l’aria era diversa.

E forse, proprio la scelta del Gremio di San Giovanni di non svolgere alcuna cerimonia, un qualche peso l’ha avuto nella decisione di Antonello Addari che, inevitabilmente, rinfocola una rivalità secolare. Alla fine, i Falegnami hanno deciso di rompere con gli schemi che sembravano fissati da giorni e di celebrare i riti in forma privata, sì, ma non in segreto. Una dozzina i presenti nella sede del Gremio di San Giuseppe di via Eleonora, a pochi passi dalla Cattedrale, dal municipio e dalla Fondazione Oristano. C'erano Antonello Addari e il suo vice Antonello Fenu con le rispettive mogli, c’era ovviamente il capo corsa Giuseppe Sedda con i suoi due compagni di pariglia, Attilio Balduzzi e Livio Urru. Presenti, con l’abito tradizionale di Silì, il paese di Addari e di Sedda, anche le due massaieddas che hanno vestito il Componidori, Laura Zoccheddu e Daniela Mulas, sotto la supervisione de sa massaia manna, Rita Carta. Presente infine anche monsignor Tonino Zedda, consigliere ecclesiastico del Gremio. E poi agenti e dirigenti della Questura, ma non la città. Abbastanza sorpresa la reazione di un centro storico stranamente affollato per essere martedì mattina, ma che forse non si è accorto di quello che stava accadendo tra piazza Eleonora e la Cattedrale. Anche perché, alla fine dei conti, ci sarebbe stato poco da vedere. Tutti i riti si sono svolti senza tamburi e trombe, all’interno della sede, blindata, e l’unica porta aperta, quando il Componidori ha impartito dal tavolo della vestizione la benedizione con sa pipia de maju, è stata quella del minuscolo cortiletto.

Dentro le quattro mura della sede del Gremio, Sedda ha, forse per la prima volta nella storia, accompagnato la benedizione a un piccolo discorso: «Benedico la città di Oristano, il Gremio dei Contadini anche se non è presente, il Gremio dei Falegnami, i cavalieri, i tamburini e i trombettieri tutti. Un ringraziamento particolare alle forze dell’ordine. E che sia un anno da ricordare e che mai più torni così». Le porte si aprono intorno alle 11, quando ormai il capo corsa è già tornato a indossare gli abiti di ogni giorno. «Ho deciso da solo, all’ultimo: dovevamo rispettare la tradizione – racconta Antonello Addari visibilmente emozionato e forse in cuor suo anche imbarazzato –. Tutto si è svolto nel rispetto delle regole e con l’autorizzazione di Questura e Prefettura, grazie a una persona che ha fatto da tramite». Poi è la volta di Sedda: «Era importante fare qualcosa, salvare i momenti più religiosi della tradizione, anche se un Componidori senza cavallo è un Componidori anomalo. L’abbiamo fatto per la città e, probabilmente, anche per il mondo intero».

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