La Nuova Sardegna

Oristano

Cure negate al San Martino di Oristano, la paziente è deceduta

Michela Cuccu
Cure negate al San Martino di Oristano, la paziente è deceduta

La 77enne aveva intrapreso e vinto la battaglia legale per ricevere le terapie oncologiche nella sua città e non a Nuoro

19 febbraio 2021
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ORISTANO. Aveva condotto una durissima protesta per ottenere di essere curata nell'ospedale della sua città, arrivando a sospendere le cure oncologiche salvavita. Ieri, R. B., 79 anni, protagonista di un braccio di ferro con l'assessorato regionale alla Sanità, che le imponeva di arrivare fino a Nuoro per sottoporsi alla chemioterapia sperimentale, ha cessato di vivere in un letto dell'ospedale San Martino, dove era ricoverata da qualche tempo per le complicanze legate alla sua patologia. Quella battaglia, lei era riuscita a vincerla rivolgendosi, assistita dall'avvocata Rossella Oppo, al tribunale, con una prima istanza respinta, poi accolta dal giudice del Lavoro che ordinò al San Martino di somministrarle quelle cure. Una lotta, la sua, contro la burocrazia e le scelte politiche non sempre capaci di dare risposte ai pazienti, sostenuta con le associazioni dei malati Komunque Donne, CittadinanzAttiva, Le Belle Donne, Ail e Adiconsum, che divenne quasi un simbolo della rivendicazione di tanti pazienti oncologici costretti ad andare in altre province per potersi curare.

Quella sua protesta fece emergere l'inadeguatezza dell'ospedale San Martino, dove, l'Oncoematologia non ha mai ottenuto, malgrado le continue richieste, il riconoscimento di reparto, restando unicamente un ambulatorio, nonostante le miglia di prestazioni effettuate all'anno. Proprio perché non reparto, la struttura non può prescrivere e somministrare terapie sperimentali. Da qui l'obbligo per i pazienti in chemioterapia di dover affrontare lunghi viaggi, certo incompatibili con il loro stato di salute.

Giorgio Vargiu, segretario di Adiconsum ieri sera non nascondeva il proprio disappunto. «Premetto che siamo vicini alla famiglia e al suo dolore. Questa è una vicenda gravissima, sulla quale attendiamo risposte. Nonostante le battaglie, le proteste, le promesse arrivate dalla stessa politica regionale, all'ospedale di Oristano non c'è un reparto di oncoematologia dove possano essere prescritti farmaci salvavita». Quella di Vargiu è una denuncia: «L'ambulatorio di Oncoematologia fino all'altro giorno è rimasto con un solo medico in servizio. Situazione inconcepibile dato il grande carico di lavoro della struttura, unico riferimento per l'intera provincia».

Le associazioni dei pazienti ieri erano in fibrillazione. La notizia della morte della signora R.B. ha provocato un'onda di indignazione. «Ci stiamo sentendo perché non possiamo permettere che altri malati, altre persone, debbano patire le stesse sofferenze della signora - conclude Vargiu - faremo delle iniziative: non è più accettabile che a Oristano si neghi il diritto alle cure».

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