La Nuova Sardegna

Oristano

aggressione al consorzio di bonifica 

Impiegato preso a bastonate, assoluzione per incapacità

Impiegato preso a bastonate, assoluzione per incapacità

ORISTANO. Ha raccontato di essere stato ripetutamente preso in giro. Ha spiegato di aver perso le staffe, ma di non aver avuto la volontà di uccidere a bastonate chi gli stava davanti. Ha ammesso...

19 febbraio 2021
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ORISTANO. Ha raccontato di essere stato ripetutamente preso in giro. Ha spiegato di aver perso le staffe, ma di non aver avuto la volontà di uccidere a bastonate chi gli stava davanti. Ha ammesso tutto, anche di aver danneggiato alcuni arredi dell’ufficio, ma ha avuto l’assoluzione perché la perizia psichiatrica ha chiarito che l’imputato non era capace di intendere e volere al momento dell’aggressione. È stata quindi decisiva per il processo che vedeva un lavoratore stagionale del Consorzio di Bonifica imputato per tentato omicidio ai danni di un impiegato dello stesso ente.

L’episodio era accaduto un mattina di luglio del 2019, nella sede del Consorzio in via Cagliari. Al terzo piano c’era stato qualche motivo che aveva spinto il dipendente a scagliarsi contro l’impiegato che, per proteggersi dalle bastonate che l’avrebbero colpito in testa, oppose le braccia tanto da procurarsi diverse fratture. Che i fatti siano andati così, ormai non c’è più motivo di dubitarlo. Del resto le dichiarazioni fatte ieri dall’imputato al collegio del tribunale presieduto dalla giudice Carla Altieri, a latere le giudici Elisa Marras e Serena Corrias, hanno confermato quella versione. L’unica aggiunta è stata quella della presa in giro che avrebbe appunto scatenato la violenza.

Cambia poco, perché il destino del processo era stato segnato già dall’esito della perizia sulla base della quale sia il pubblico ministero Federica Mascia sia l’avvocato difensore Luca Corrias hanno chiesto l’assoluzione, con quest’ultimo che ha anche chiesto, senza ottenerla, la derubricazione del reato contestato da tentato omicidio in lesioni gravi.

Anche questo sposta di poco l’esito del processo. L’imputato dovrà proseguire il ciclo di terapie per la salute psichica iniziato già da diversi mesi e in più dovrà sottostare alle norme della libertà vigilata per due anni, al termine dei quali verrà rivalutata la sua situazione mentale. (e.carta)

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