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Abuso d’ufficio, l’assessore si difende: volevo solo chiarimenti

Abuso d’ufficio, l’assessore si difende: volevo solo chiarimenti

ALBAGIARA. Nessun inciampo da sindaco, ma l’ex primo cittadino Maurizio Mallocci ora si deve difendere dall’accusa di abuso d’ufficio nata dalla denuncia di una dipendente della cooperativa che...

03 marzo 2021
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ALBAGIARA. Nessun inciampo da sindaco, ma l’ex primo cittadino Maurizio Mallocci ora si deve difendere dall’accusa di abuso d’ufficio nata dalla denuncia di una dipendente della cooperativa che gestiva la casa integrata del paese e arrivata quando Mallocci era assessore ai Servizi sociali. Per via di questo ruolo era il diretto responsabile, per quanto riguarda l’amministrazione comunale, della gestione della struttura di accoglienza per anziani. Nell’esercizio delle sue funzioni, questa la contestazione, avrebbe sollecitato la cooperativa affinché trasferisse una dipendente che, secondo quanto gli riferì un cugino, non si sarebbe comportata correttamente e professionalmente verso il padre nonché zio dell’assessore.

Non è la prima udienza e infatti, esaurite nella scorsa le deposizioni dei testimoni del pubblico ministero, ieri Maurizio Mallocci si è sottoposto all’interrogatorio. Ha ricostruito la vicenda dal suo punto di vista, rispondendo alle domande del pubblico ministero Armando Mammone, dell’avvocato di parte civile Rinaldo Saiu e dell’avvocato difensore Stefano Porcu. Ha spiegato che l’intervento, avvenuto tramite una mail, era successivo a una segnalazione inoltrata al Comune dal figlio dell’ospite della casa integrata che riteneva di essere stato trascurato per circa mezz’ora.

La ricostruzione fatta da Maurizio Mallocci, poi ripresa da altri testimoni tra cui l’attuale sindaco Marco Marrocu e altri componenti della giunta, ha evidenziato come dall’amministrazione ci fosse la volontà di ripristinare il clima sereno all’interno della casa integrata, «perché c’erano state anche altre segnalazioni di comportamenti non consoni verso gli ospiti. Ho saputo subito che la persona coinvolta era mio zio e non mi sono posto il problema di un eventuale conflitto di interessi tra il mio ruolo di amministratore e il fatto che stessi intervenendo in una situazione che riguardava un mio parente».

Secondo la difesa, la lettera inviata alla casa integrata sarebbe servita solo per avere chiarimenti. Il pubblico ministero e la parte civile hanno però evidenziato il tono alquanto duro usato nella mail indirizzata a chi gestiva la struttura e hanno contestato il fatto che da parte del Comune si fosse dato per assodato, senza accertamenti, che il comportamento della dipendente fosse stato scoretto.

Il processo proseguirà il 30 marzo, data in cui dovrebbe arrivare anche la sentenza. (e.carta)

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