La Nuova Sardegna

Oristano

Furbetti del vaccino, ci sono 15 indagati

di Enrico Carta
Furbetti del vaccino, ci sono 15 indagati

Medici e infermieri a cui viene contestato l’abuso d’ufficio per aver somministrato dosi a chi non ne aveva diritto

09 aprile 2021
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ORISTANO. Sono in quindici e il reato per cui sono indagati è l’abuso d’ufficio. I nomi non si conoscono, anche perché ci sono le procedure giudiziarie da svolgere, ma di certo c’è che sono sotto inchiesta. Sono medici e infermieri impegnati nella campagna di vaccinazione o che hanno svolto attività legate a essa. L’inchiesta, condotta dal procuratore della Repubblica Ezio Domenico Basso, arriva a una svolta forse anche in anticipo rispetto a quanto si potesse ipotizzare. A pochi giorni dal primo blitz, ieri mattina, i carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni guidati dalla maggiore Nadia Gioviale hanno eseguito una nuova perquisizione nei locali del poliambulatorio dell’Assl in via Michele Pira, dov’erano in corso altre 200 vaccinazioni agli ultraottantenni.

Più tardi l’ufficiale dei Nas è stata a colloquio con lo stesso procuratore e ha depositato un’informativa sulla base della quale sono scattate le iscrizioni sul registro degli indagati. L’abuso d’ufficio sarebbe legato alle primissime settimane della campagna vaccinale, quando ancora le dosi erano riservate al personale sanitario, a ospiti, dipendenti e persone che prestano servizio come volontarie all’interno delle residenze sanitarie assistite, a forze di polizia e a poche altre categorie di aventi diritto.

Secondo la procura c’è qualcosa di molto anomalo nell’elenco di coloro che in quel periodo hanno ricevuto le prime dosi di vaccino ed è il dato che si riferisce ai coloro che sono stati registrati nella categoria «altro». Il numero appare eccessivo o comunque merita un approfondimento, tramite il quale si cercherà di capire come mai, molte persone non a rischio e non appartenenti alle categorie per cui il vaccino era prescritto, abbiano ricevuto la loro dose – tra l’altro del Pfizer che, se avessero rispettato la fila, non sarebbe toccato a loro e che così sarebbe stato anche sottratto a chi ne avrebbe avuto diritto –. Il sospetto è che, accanto agli elenchi ufficiali, sia scattato il meccanismo della chiamata per conoscenza di persone che altrimenti si sarebbero vaccinate tra qualche mese. Chiamate che forse non sarebbero arrivate nemmeno all’ultimo secondo, cosa che si sarebbe potuta giustificare con la necessità di non sprecare le dosi, anche se si sta comunque parlando di un periodo precedente a quello in cui è scattata la direttiva di creare degli elenchi di riserva per evitare di perdere il contenuto delle fiale, nel caso in cui qualcuno degli aventi diritto non si fosse presentato alla somministrazione.

È il primo passo dell’indagine, non certo l’ultimo perché procura e Nas continuano nel loro lavoro di incrociare i dati delle migliaia di persone che in queste settimane hanno già avuto la fortuna di essere vaccinate.

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