La Nuova Sardegna

Oristano

Un incendio distrugge il deposito della Pro Loco

di Michela Cuccu
Un incendio distrugge il deposito della Pro Loco

Fiamme in via Rockefeller, paura per le famiglie rom che abitano accanto In cenere il materiale usato per la Sartigliedda e alcune rievocazioni storiche

09 aprile 2021
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ORISTANO. Notte di paura in via Rockefeller per l’incendio scoppiato in un capannone dell’ex mattatoio, affidato da anni dal Comune alla Pro Loco, che ha rischiato di estendersi alle case abitate dai rom. L’intervento dei vigili del fuoco, avvertiti intorno poco la mezzanotte di ieri da alcuni componenti della piccola comunità che vivono nelle casupole fatiscenti attaccate al capannone, ha evitato il peggio. Le famiglie sono state evacuate e fino alle prime luci del mattino sono rimaste per strada, compresi i bambini che, comunque, hanno trovato assistenza da parte degli agenti della polizia e dei volontari della Lavos che proprio lì accanto hanno la loro sede. Solo a metà mattina le famiglie, stanche, spaventate e frastornate, sono potute rientrare nei loro alloggi.

I danni sono ingenti, ma non riguardano le abitazioni: il fuoco, che si sarebbe sviluppato all’interno del locale trasformato in magazzino dalla Pro loco per custodirci le attrezzature per l’allestimento della Sartigliedda estiva, comprese scenografie, tribune, amplificazione e i fari d’illuminazione, non ha risparmiato alcun oggetto che si trovasse all’interno. Le fiamme, altissime, hanno divorato anche le travi di legno del tetto, che ovviamente, è crollato. Sarà l’inchiesta avviata dal comando dei vigili del fuoco a stabilire le cause del rogo. La struttura, come spiega il presidente della Pro loco, Gianni Ledda, è di proprietà del Comune che trent’anni fa l’aveva data in comodato gratuito all’associazione. «Dobbiamo sottolineare il grande dispiacere per la perdita di molti ricordi della nostra storia – dice il presidente –. Tra il materiale andato distrutto c’era tutta la scenografia della Rievocazione storica “Il ritorno degli Arborea”, compreso il trono di Eleonora e alcune scenografie che riguardavano molte manifestazioni del Settembre Oristanese, della Mostra dei vini e di commedie in lingua sarda».

Il materiale conservato non era coperto da assicurazione. L’incendio, probabilmente di origine dolosa, ha fatto emergere anche la condizione di forte degrado nella quale sono costretti a vivere i rom, in tutto quindici persone dato che proprio mercoledì, per una singolare coincidenza, una delle famiglie, composta da due adulti e cinque bambini, si era trasferita nell’alloggio popolare che gli era stato assegnato. Da anni, in realtà, l'intera comunità è alla ricerca di un’altra sistemazione abitativa, degna di questo nome. Anche ieri però, i componenti delle famiglie spiegavano le difficoltà di trovare una casa per loro. Del resto anche il Comune vorrebbe rientrare in possesso dell’ex mattatoio. Anche nel recente passato, si era parlato della vendita dell’intero complesso che sorge accanto all’ospedale San Martino.

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