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Oristano

A Mare Morto nasce il molo della discordia

A Mare Morto nasce il molo della discordia

Cabras, il Comune vuol fare un pontile vicino a quello esistente. La Adina: «Troviamo una intesa»

13 aprile 2021
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CABRAS. «Un molo di grosse dimensioni (50 metri complessivi), di forte impatto visivo e ambientale, una passerella in legno e un box ufficio da collocare sopra una duna». Sarebbe questo, secondo quanto scrive Adina, l'Associazione Diportisti Nautici di Cabras, che ne è venuta a conoscenza tramite terzi, il progetto del Comune a Mare Morto, finalizzato alla creazione di una struttura per i soggetti diversamente abili. Peccato che quest'ultima, secondo la stessa associazione, che ha inviato una lettera al sindaco e alle altre autorità competenti, arrecherebbe dei problemi allo scalo di alaggio realizzato da Adina, e violerebbe le norme vigenti. «Siamo venuti a conoscenza dell'iniziativa comunale da soggetti terzi – spiega il presidente Ivo Zoccheddu – e rispetto a quest'ultima chiediamo delle informazioni e dei chiarimenti. Siamo presenti a Cabras con le nostre infrastrutture a Mare Morto e Porto Suedda da 30 anni. Per tutto questo tempo abbiamo gestito i due scali di alaggio, gli unici che consentono di mettere in mare le imbarcazioni in territorio di Cabras. Accanto al nostro molo il Comune ne vuole realizzare un altro, imponente, in violazione delle distanze minime previste dalle direttive per i PUL, da destinare ai soggetti diversamente abili». Adina, onde evitare fraintendimenti, sottolinea che «apprezza e sostiene gli interventi a favore delle categorie sociali più deboli» e che in merito «nel recente passato l'associazione ha realizzato spontaneamente iniziative specifiche e ha proposto al Comune di Cabras e all’AMP di realizzare, in regime di partenariato, strutture che facilitassero ai cittadini diversamente abili l’accesso al mare, la pratica delle relative attività sportive e la nautica da diporto».

Le parti sottoscrissero anche un protocollo d'intesa, che non ha trovato attuazione. «Il protocollo – spiega Zoccheddu - prevedeva che si realizzasse il prolungamento di uno dei nostri moli e venisse acquistato uno strumento meccanico, in modo che fosse consentito ai disabili di raggiungere le imbarcazioni. Tramite il partenariato, il Comune ha ottenuto un finanziamento, attraverso il quale ha acquistato delle piccole gru e il materiale necessario. Adina avrebbe messo a disposizione gratuitamente il proprio box ufficio, il personale dipendente e il lavoro volontario dei soci disponibili. Ma il progetto non è stato mai realizzato. Che senso ha – conclude Zoccheddu – sprecare tanti soldi per fare un molo così imponente e di forte impatto su un luogo così delicato come Mare Morto?» (p.camedda)

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