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A Massama sospese le lezioni per i detenuti appello al governo
ORISTANO. Nel carcere di Massama sono sospesi i percorsi scolastici per i detenuti. L’associazione Socialismo, Diritti e Riforme, attraverso la sua portavoce Maria Grazia Caligaris ha chiesto un...
13 aprile 2021
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ORISTANO. Nel carcere di Massama sono sospesi i percorsi scolastici per i detenuti. L’associazione Socialismo, Diritti e Riforme, attraverso la sua portavoce Maria Grazia Caligaris ha chiesto un intervento dei ministri di Giustizia Cartabia e dell’Istruzione Bianchi. nell’Istituto.
«Le problematiche per una corretta gestione dell’attività didattica nel carcere oristanese – osserva Caligaris, ricordando che occorre garantire nel tempo anche il primo livello di formazione – sono note da tempo e sono state costantemente segnalate dagli operatori». Sono circa un centinaio gli studenti-detenuti che non fanno lezione, e per loro del resto non può applicarsi la didattica a distanza. La formazione scolastica inoltre è uno dei cardini del recupero sociale dei detenuti. «D’altra parte il Ministro della Pubblica Istruzione non può trascurare né il diritto costituzionale dei privati della libertà oristanesi né la condizione di precarietà lavorativa in cui finiscono di ritrovarsi gli insegnanti che in considerazione della specificità del ruolo del docente in una struttura detentiva e dell’esperienza acquisita sono da considerarsi una peculiare categoria professionale. Sospendere l’impegno per carenze organizzative significa disperdere professionalità e saperi».
«Le problematiche per una corretta gestione dell’attività didattica nel carcere oristanese – osserva Caligaris, ricordando che occorre garantire nel tempo anche il primo livello di formazione – sono note da tempo e sono state costantemente segnalate dagli operatori». Sono circa un centinaio gli studenti-detenuti che non fanno lezione, e per loro del resto non può applicarsi la didattica a distanza. La formazione scolastica inoltre è uno dei cardini del recupero sociale dei detenuti. «D’altra parte il Ministro della Pubblica Istruzione non può trascurare né il diritto costituzionale dei privati della libertà oristanesi né la condizione di precarietà lavorativa in cui finiscono di ritrovarsi gli insegnanti che in considerazione della specificità del ruolo del docente in una struttura detentiva e dell’esperienza acquisita sono da considerarsi una peculiare categoria professionale. Sospendere l’impegno per carenze organizzative significa disperdere professionalità e saperi».