La Nuova Sardegna

Oristano

l’ACCUSA 

La scelta dei lavoratori interinali avveniva per affinità politica

ORISTANO. L’8 luglio si comincia. Le udienze chiariranno meglio se davvero ci sia stato un sistema per truccare i concorsi e pilotare le assunzioni durante la gestione dell’Assl targata Partito dei...

23 aprile 2021
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ORISTANO. L’8 luglio si comincia. Le udienze chiariranno meglio se davvero ci sia stato un sistema per truccare i concorsi e pilotare le assunzioni durante la gestione dell’Assl targata Partito dei Sardi. L’inchiesta Ippocrate nasce infatti nella primavera del 2017 quando a gestire l’Azienda sanitaria oristanese, secondo la consolidata prassi di attribuire a ciascuna forza politica che governa in Regione un ruolo di gestione nella sanità isolana, c’era il Partito dei Sardi. Prima che in Procura, il caso era sbarcato in Regione, dove in Commissione Sanità, alcuni consiglieri di opposizione, in testa il sardista Angelo Carta, avevano messo in luce una seriedi stranezze. Su tutte la provenienza dei lavoratori neo assunti, la maggior parte con contratti interinali e i nominativi forniti dalle agenzie. Ciò che balzava agli occhi era la provenienza geografica di gran parte di loro. Arrivavano dal Marghine o dalla Planargia, territori considerati il principale bacino elettorale del Partito dei Sardi. Secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri Armando Mammone e Marco De Crescenzo, queste assunzioni dovevano poi servire per rafforzare il serbatoio di voti del PdS.

Chi invece era già all’interno dell’organigramma dell’Assl avrebbe avuto vita facile nel caso in cui avesse provato simpatia politica per lo stesso partito. Anche sui concorsi per le assunzioni o per le promozioni interne, la procura è convinta ci siano stati favori. Ai candidati “di bandiera” sarebbero stati consegnati in anticipo i test in modo che potessero preparare le risposte su un numero limitato di domande e quindi ottenere con certezza un punteggio più elevato di quello degli altri concorrenti.

Tutto ciò, sempre secondo la Procura che si era avvalsa nelle indagini dell’apporto del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza, avrebbe goduto della copertura dei vertici stessi dell’Assl che saranno a processo dall’8 luglio. Un indispensabile sponda sarebbe arrivata anche dagli esponenti del PdS coinvolti direttamente nell’indagine.

Se sinora a condurre la partita è stata la procura, con l’avvio dello scontro in aula si capiranno meglio le strategie difensive eccezion fatta per quella dell’ex consigliere regionale Gianfranco Congiu, già chiara sin dall’udienza preliminare. Gli veniva contestata l’omissione di atti d’ufficio per aver ostacolato la commissione regionale alla Sanità dall’accedere agli elenchi degli assunti e dei vincitori dei concorsi. Il reato però, come avevano fatto notare gli avvocati difensori Pasquale Ramazzotti e Mario Gusi non poteva essere da lui commesso. (e.carta)

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