La Nuova Sardegna

Oristano

Mare Morto è lite per lo scivolo

di Paolo Camedda
Mare Morto è lite per lo scivolo

Cabras, il documento misterioso riaccende lo scontro tra Area Marina Protetta e diportisti

05 maggio 2021
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CABRAS. Duro botta e risposta fra l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre e Adina, l’Associazione dei Diportisti Nautici di Cabras. I contenuti della risposta fornita dall’Amp innanzi alla richiesta di chiarimento inoltrata dall’associazione in merito all’intenzione del Comune di realizzare un grande molo accanto a quello attualmente esistente, hanno suscitato stupore e determinato una controreplica. «Dal tenore letterale della vostra nota del 20 aprile – scrive il Direttore dell’Amp Massimo Marras –, si prende atto che il documento identificato da Adina come specifico protocollo d’intesa, sottoscritto tra la medesima associazione, l’Amp e il Comune di Cabras, più volte citato dalla stampa locale e non reperito negli archivi comunali, non esiste. Ne deriva che tutte le argomentazioni prospettate da Adina perdono di consistenza ed effettività».

Secca la replica di Adina: «Con la precedente nota abbiamo chiarito che gli atti che ci sono stati richiesti dal direttore dell’Area Marina Protetta sono in possesso di codesta Amministrazione. Tutti sanno che la pubblica amministrazione non può richiedere a privati atti o documenti in possesso di altre pubbliche amministrazioni, figuriamoci se può pretenderli quando tali documenti sono già in possesso dell’amministrazione richiedente». Non solo: «Non è possibile imporre al privato, al quale vengono richiesti questi documenti, un termine temporale per adempiere a tale richiesta, tanto meno un termine di due giorni – prosegue Adina –. Nonostante ciò abbiamo fornito all’Amp le indicazioni utili a rintracciare gli atti».

Adina avrebbe inoltre ricoperto un ruolo determinante per ottenere i soldi per l’acquisto di piccole gru da impiegare per consentire l’accesso ai disabili. «La partecipazione della nostra associazione al progetto – sottolinea – è stata un elemento fondamentale per avviare e per concludere i procedimenti relativi, per chiedere e per ottenere i finanziamenti necessari».

Il contrasto fra le due posizioni è evidente, ma l’Area Marina va anche oltre, sostenendo di aver ottenuto tutte le autorizzazioni per costruire il molo in programma accanto a quello dell’associazione. «Ci riserviamo – precisa Marras – di rispondere a stretto giro di posta circa la bontà del progetto proposto dall’Amp per la costruzione del molo a Mare Morto, che si rammenta ha ottenuto, sempre per amore della verità, le autorizzazioni di legge da parte degli enti competenti».

Nettamente contrapposta la posizione di Adina: «A noi non risulta che la Conferenza dei servizi abbia rilasciato l’autorizzazione per il progetto del Comune – afferma il presidente Ivo Zoccheddu –, ma che abbia prospettato lo spostamento del punto di realizzazione di 50 metri. Come spiegheranno che un ente pubblico preposto alla tutela ambientale vorrebbe impattare il delicato ambiente, tutelato proprio dall’Amp, con un’installazione che non è indispensabile e che sarebbe più facile non realizzare? Preferiamo pensare a un equivoco e riponiamo fiducia sulla volontà dell’amministrazione di intrattenere rapporti corretti e collaborare con le associazioni disponibili».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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