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Mercato di via Mazzini, c’è anche la grana amianto

Mercato di via Mazzini, c’è anche la grana amianto

ORISTANO. «Denunciammo il problema dell’amianto già ai tempi dell’amministrazione Tendas, ma ci risposero che era tutto a posto». Anche Giampaolo Lilliu, presidente della commissione Lavori Pubblici...

09 maggio 2021
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ORISTANO. «Denunciammo il problema dell’amianto già ai tempi dell’amministrazione Tendas, ma ci risposero che era tutto a posto». Anche Giampaolo Lilliu, presidente della commissione Lavori Pubblici durante lo scorso mandato del consiglio comunale, interviene nel dibattito sull’annunciata demolizione del mercato civico di via Mazzini. «Convocammo un seduta della commissione – racconta – a cui presero parte l’allora assessore Efisio Sanna, il personale dell’ufficio tecnico e la società appaltatrice. Proprio lì esprimemmo preoccupazione perché l’amministrazione e la ditta stavano sottovalutando il problema della presenza della fibra all’interno di tutta la struttura. Chiedevamo una più attenta valutazione e l’intervento delle strutture pubbliche incaricate della vigilanza sulla materia, proprio per evitare un fermo dei lavori durante la costruzione del nuovo mercato. Ricordo bene che l’assessore, i tecnici e la società risposero che non c’era amianto e che dunque non c’era pericolo».

Effettivamente, fra le cause che rallentarono fino allo stop definitivo il primo cantiere ci fu anche la scoperta del cemento-amianto in vari punti della struttura. La recente scelta di demolire il mercato invece che ristrutturarlo, però, sarebbe legata perlopiù a problemi strutturali e soprattutto all’inadeguatezza dell’edificio realizzato nel 1957 rispetto alle più recenti norme di sicurezza. Lilliu, comunque, ricorda che le denunce sul rischio amianto sono parecchio antiche: «È un film già visto, come nella vicenda della scuola media Deledda, dopo anni di denunce emerge solo una parziale verità».

Ciò che è certo è che la travagliata vicenda dei lavori in via Mazzini ha comportato gravi disagi e perdite economiche per la collettività: «Le responsabilità non si individuano, i cittadini continuano a restare senza un mercato degno di tale nome e, soprattutto, si continua a spendere risorse pubbliche in appalti infiniti». Per completare i lavori mancano circa 2 milioni che il Comune non ha. (dav.pi.)

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