La Nuova Sardegna

Oristano

Referti medici a distanza scontro tra Assl e sindacati

Referti medici a distanza scontro tra Assl e sindacati

La Cimo contesta la decisione della direzione dei presidi ospedalieri «La teleradiologia a Bosa e Ghilarza è arbitraria e va revocata subito»

27 maggio 2021
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GHILARZA. Le nuove forme organizzative stabilite dalla direzione ospedaliera della Assl e che prevedono un diverso sistema di refertazione per alcuni esami diagnostici nelle sedi periferiche, in pratica gli esami si fanno nei due ospedali di Bosa e Ghilarza ma il medico radiologo li referta da Oristano, non hanno trovato il consenso della Cimo, una delle sigle sindacali mediche che ha deciso di scrivere ai vertici della Assl, e all’Ats chiedendo la revoca del provvedimento.

« La disposizione con cui il direttore del Presidio Ospedaliero Unificato Sergio Pili, ha previsto il ricorso alla refertazione in teleradiologia per gli ospedali di Bosa e Ghilarza è arbitraria e in evidente contrasto con le leggi sulla radioprotezione. Secondo quanto disposto da Pili, infatti, nelle ore notturne e nelle giornate festive gli esami di radiologia, dovrebbero essere eseguiti nei due ospedali in assenza del medico radiologo, e quindi refertati a distanza dal medico di turno nel reparto di radiologia del San Martino . Si tratta di una misura organizzativa – scrive in una nota il segretario della Cimo Giampiero Sulis – in netto contrasto con le norme in vigore, che individuano nella figura del medico radiologo l’unica a cui è attribuita la responsabilità di decidere sull’esecuzione dell’esame. Una funzione che il radiologo può esercitare solo se è a contatto con il paziente, di cui deve poter valutare le condizioni». Secondo la Cimo il documento a cui si riferisce la disposizione emanata dal Direttore Pili precisa che la telegestione (questa l’esatta definizione) è da limitare a pochi casi e in particolare a “esami in urgenza indifferibile o emergenza“ o, per restare nelle opzioni possibili, a “esami fatti all’interno della stessa unità operativa”. «La prevista interazione tra l’ospedale San Martino e i presidi di Bosa e Ghilarza non rientra però in alcuna di queste due circostanze».

Da qui la richiesta di revoca della disposizione in questione, trasmessa dalla Cimo di Oristano al direttore del Presidio Ospedaliero e ai vertici dell’ATS.

«Ancora una volta si cerca di mettere all’ultimo momento una pezza sulle gravi carenze organizzative e di personale dei diversi presidi della nostra Assl, senza che si percepisca un progetto per rilanciare la sanità nell’oristanese. Il Cimo ribadisce la sua richiesta di investimenti urgenti sui presidi e sul personale sanitario della Provincia, per i quali è necessario intervenire in maniera strutturale e programmata, e attraverso azioni finalizzate alla tutela della salute dei pazienti, non con interventi disarticolati e in contrasto con le leggi».(g.cen.)

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