La Nuova Sardegna

Oristano

«Il padre porti la figlia in Sardegna»

di Enrico Carta
«Il padre porti la figlia in Sardegna»

Appello di SDR perché la bimba incontri la madre che non vede da dicembre

16 giugno 2021
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ORISTANO. Il compleanno è il 13 luglio. Saranno sei le candeline sulla torta, ma la piccola le spegnerà ancora una volta senza che la mamma sia al suo fianco. Il 9 luglio ci sarà una nuova udienza a Oristano sulla disputa che vede opposti i due genitori della bimba, ma a prevalere in questo momento è la rassegnazione. I tentativi di trovare una soluzione che accorci le distanze sono andati a vuoto e così, da dicembre, la madre non incontra la figlia. In sei mesi e mezzo solo qualche telefonata ha interrotto il silenzio. Non una videochiamata, non una foto.

Il compleanno si avvicina, ma prima ci sarà proprio l’udienza in tribunale dove la signora che vive in un paese della Marmilla è accusata di sottrazione di minore, mentre l’ex marito e padre della bambina di lesioni nei confronti dell’ex moglie. In mezzo c’è la vita della bambina che si intreccia anche con le vicende giudiziarie di Viterbo, città dove il padre vive, che ha stabilito che la bimba debba risiedere con lui e la madre la possa vedere solo con incontri protetti.

La vicenda è conosciuta, visto che riempie pagine di cronaca dal luglio 2018, quando la piccola fu consegnata al padre. Da quel momento la mamma ha affrontato continue difficoltà per incontrarla e, dal momento in cui ci si è messo di mezzo il covid, sono anche aumentate. Ora è Maria Grazia Caligaris, per conto dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, a intervenire e lanciare un nuovo appello affinché si trovi almeno una via d’uscita temporanea a questa situazione che sta privando la piccola di un genitore. «Una bambina in una fase della vita in cui necessita di un modello femminile stabile, concreto, palpabile, esempio identitario di genere e di comportamento, ha bisogno della mamma – sottolinea Caligaris –. Da troppo tempo, per situazioni non riconducibili alla sua volontà, la relazione madre-figlia è viziata. Manca la continuità, impossibile non tanto per le distanze, ma perché la mamma vive in un piccolo paese della Sardegna. Ciò significa affrontare oggettive difficoltà di spostamento e ricorrere a più mezzi per raggiungere la Penisola. Sono situazioni che richiedono anche consistenti spese. La bambina sta perdendo l’aspetto più importante della sua realtà affettiva e finisce col pensare che la mamma è solo una voce. C’è un generoso gesto che il papà potrebbe fare alla piccola, in nome di quell’amore che un genitore dovrebbe sempre nutrire per una figlia, peraltro senza alcuna colpa di quanto accade tra gli adulti. Farle un regalo indimenticabile e insperato. Portarla in Sardegna e farla incontrare con la mamma. È lui l’affidatario responsabile della bambina. L’occasione potrebbe essere quella dell’udienza del 9 luglio. Un gesto di questo tenore farebbe bene alla piccola, che potrebbe abbracciare davvero la mamma senza alcun condizionamento, ma farebbe bene anche a entrambi i genitori che potrebbero finalmente guardarsi negli occhi e rivedere insieme le scelte utili a costruire un futuro meno traumatico per una figlia. È un invito al papà a festeggiare davvero il compleanno della piccola. È un auspicio per dare luce a una storia che ha una sola vittima: una bambina di quasi 6 anni».

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