La Nuova Sardegna

Oristano

Il vecchio ponte sul Tirso è da riparare

di Davide Pinna
Il vecchio ponte sul Tirso è da riparare

L’indagine strutturale: «Stato di manutenzione mediocre». La Provincia avvia l’iter per la progettazione

13 luglio 2021
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ORISTANO. Lo chiamano Ponti Mannu, ma anche ponte vecchio, per distinguerlo da quello accanto, più nuovo perché realizzato solo qualche decennio fa. Negli stradari ufficiali è indicato come strada provinciale 54 bis, si tratta del vecchio ponte sul fiume Tirso che per decenni ha rappresentato l’unico collegamento fra Oristano e la parte settentrionale della provincia. La sua età è testimoniata da quei quattro pilastri, due all’ingresso e due all’uscita, che un tempo raffiguravano il fascio littorio e furono poi mutilati dopo la caduta del regime di Mussolini. La sua realizzazione risale infatti al 1937 e la struttura portante è la stessa che il 9 settembre 1943, all’indomani della pubblicazione dell’Armistizio e durante la festa del Rimedio, vide transitare i mezzi tedeschi che abbandonavano la Sardegna in direzione della Corsica e fu teatro di una delle poche battaglie di terra della seconda guerra mondiale nell’isola.

Tanta acqua è passata sotto le sue arcate e tanti veicoli sono passati sopra, troppi per poter essere certi che il ponte continui a vivere in sicurezza. Così la Provincia si prepara a spendere ben 7 milioni e mezzo per adeguarne le capacità di carico alle normative e alle esigenze della circolazione stradale. Siamo ancora al primissimo livello di progettazione, dato che l’ente locale ha dato ieri il via libera al documento preliminare, ma il passaggio è importante. Da un lato, infatti, si apre la caccia alle risorse, e non sarà facile trovare 7 milioni, dall’altra può cominciare l'iter progettuale dato che nella cassa dell’ente ci sono già 500mila euro da destinare a questa fase.

«Un’approfondita indagine strutturale commissionata dalla Provincia ha consentito di accertare che il ponte si trova in uno stato di manutenzione mediocre», si legge nel documento firmato dal dirigente del settore Viabilità, Marco Manai. Le cause sono di varia natura: dall’azione degli elementi naturali alla crescita incontrollata della vegetazione, passando per le carenze progettuali e l’inadeguatezza della struttura ai volumi di traffico odierni. Il rischio, d’altra parte, è che prima o poi si debba interdire il ponte al traffico e già oggi il passaggio dei mezzi pesanti è vietato.

I lavori, che dovrebbero svolgersi senza chiusura al traffico, punteranno a rinforzare la struttura e restaurare tutti gli elementi deteriorati, nel rispetto dei vincoli che gravano sul ponte, sia perché si trova in una zona ad alto rischio idrogeologico sia perché si tratta di un bene storico tutelato. Nel frattempo sarebbe opportuno intervenire anche sul ponte nuovo, dove magari non si registrano gli stessi problemi strutturali, ma le condizioni dell’asfalto sono pessime.

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