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La caserma dei vigili intitolata al «Terrore dei ragazzini»

La caserma dei vigili intitolata al «Terrore dei ragazzini»

TERRALBA. Per i suoi successori «Era il terrore dei ragazzini». Sicuramente, Luigi Cadeddu, “Capo guardia” in Comune, scomparso 53 anni fa, deve aver lasciato un ricordo indelebile nei terralbesi....

15 luglio 2021
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TERRALBA. Per i suoi successori «Era il terrore dei ragazzini». Sicuramente, Luigi Cadeddu, “Capo guardia” in Comune, scomparso 53 anni fa, deve aver lasciato un ricordo indelebile nei terralbesi. Quasi un mito, anche per coloro oggi indossano, ovviamente rimodernata, la stessa divisa, che ora gli vogliono intitolare la caserma. «Il solitario sceriffo terralbese, per trentacinque anni, dall’inizio degli anni ’30, sino al giugno del 1965, mise in riga oltre ottomila cittadini terralbesi», è uno dei passaggi contenuti nella scheda biografica, redatta dal Comando della polizia locale, allegata alla documentazione della delibera che ora, come prevede la legge, sarà il Prefetto a vagliare, compresa la minuziosa relazione allegata.

«Era una persona minuta, apparentemente fragile, alto poco più di un metro e cinquanta. Un’altezza che, alla vista di chi lo racconta, veniva ulteriormente ampliata dal fatto che indossava sempre i gambali, che ne esaltavano la figura dandogli un tono di marzialità», si legge infatti nella scheda che oltre a mettere in rilievo le doti professionali, ne delinea anche il carattere, arricchendolo di aneddotica. Cadeddu viene rappresentato anche per i suoi toni paterni: «Era il terrore dei ragazzini nella fase adolescenziale, e gli stessi ora anziani, ricordandolo ringraziano ancora oggi, per essere stato un educatore di popolo. Proibiva di giocare a palla o a pallone nelle piazze o nelle strade, e quando sorprendeva, sequestrava con determinazione la palla senza fare sconti a nessuno. Stessa sorte riservava al tiro elastici che trovava in mano ai ragazzini», scrive il suo biografo, che narra della sua irreprensibilità anche verso le donne che, nonostante fosse vietato, andavano a raccogliere l’acqua dagli abbeveratoi: «Niente da fare, Cadeddu ligio al dovere nella sua continua imparzialità, anticipava l’ingresso in servizio di buon mattino, si nascondeva nelle siepi che circondavano questi abbeveratoi e riusciva a sorprendere chi si azzardava a rifornirsi di acqua, infierendo con la relativa contravvenzione».

Cadeddu, faceva rispettare il codice della strada: «Alla fine degli anni trenta, fece sistemare in via Roma, un palo di sostegno gigantesco per fissarci un cartello piccolo, scritto con stampini a sfondo bianco, che diceva: “È severamente vietato il transito in bicicletta montata”». (m.c.)

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