La Nuova Sardegna

Oristano

Esplode la rabbia dei sindaci

Esplode la rabbia dei sindaci

I primi cittadini uniti a Tramatza chiedono decisioni immediate e definitive sui servizi sanitari

23 luglio 2021
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ORISTANO. È accaduto tutto in poche ore: mentre i sindaci della Provincia, mai come questa volta uniti e decisi a far valere le proprie ragioni, manifestavano a Tramatza con tanto di gonfaloni, i vertici della Assl cercavano di contenere le polemiche per l’ennesimo incidente causa covid al Ponto Soccorso del San Martino.

«Non è vero che abbiamo chiuso il reparto – scrivevano in una nota generica i vertici della Assl – la scorsa notte (tra mercoledì 21 e giovedì 22 luglio) gli operatori del Pronto Soccorso hanno visitato 15 pazienti con diverse patologie, oltre ai soggetti risultati positivi al Covid e mantenuti in isolamento. Dei 6 casi Covid, saliti a 7 nel corso nella notte, uno è stato dimesso, uno trasferito, mentre altri 5 sono in via di trasferimento in altre strutture. A scopo precauzionale, sono stati sottoposti a tampone molecolare tutti i pazienti entrati in contatto con i positivi non sintomatici. L’esito dei tamponi è stato per tutti negativo. I 5 soggetti positivi sono stati sistemati in stanze singole, pertanto è stata occupata anche parte degli spazi del percorso pulito. Le attività del Pronto Soccorso oristanese non sono sospese: i cittadini possono accedere alla struttura», ma «si raccomanda sino a quando tutto il Pronto Soccorso non sarà sanificato completamente, di ricorrervi solo nei casi di estrema gravità e urgenza». In realtà la stessa Assl nella nota fa capire come l’accesso ordinario sia stato sospeso sino alla sanificazione dell’intera struttura.

Le debolissime giustificazioni della Assl non hanno però convinto l’Ordine dei Medici, che in una nota ribadisce che gli operatori sono stati lasciati soli di fronte all’ennesima emergenza. «Assistiamo a una ulteriore totale disorganizzazione, a livello di dirigenza, in questa politica sanitaria. Al di là delle carenze e dei pochi mezzi a disposizione, su cui a lungo ci siamo battuti, ancora una volta – scrive il presidente dell’Ordine Antonio Sulis – assistiamo all'assenza di una gestione oculata e previdente di un evento annunciato e temuto».

Altrettanto netta la presa di posizione dei sindaci. «Il tempo dei buoni propositi e degli auspici è scaduto. I troppi problemi della sanità oristanese, denunciati da anni e ben lungi dall’essere risolti, peggiorano nel tempo. Le criticità, aggravatesi nei mesi caratterizzati dall’emergenza covid-19, hanno messo in evidenza i tanti punti deboli che ereditiamo da scelte politiche ed organizzative del passato e purtroppo del presente. È tempo di risposte concrete, di invertire una direzione che sta condannando i cittadini dell’intera provincia oristanese ad una grave diminuzione dei servizi. Come sindaci – ammettono i primi cittadini – ci abbiamo provato in tutti i modi. Abbiamo chiesto, più volte, l’attenzione del mondo politico regionale e dei responsabili regionali e locali delle istituzioni sanitarie: delibere, incontri, dibattiti, documenti, comunicati, manifestazioni, spesso svolti assieme ai sindacati, ai comitati e alle associazioni. Tutto questo, finora, non è bastato, ma non ci arrendiamo. Manca la capacità e la chiara volontà politica e organizzativa che consenta al sistema sanitario della Provincia di Oristano di uscire dal tunnel dello sbriciolamento dei servizi essenziali centrali e periferici nel quale è piombata. Basta coi turni massacranti, con reparti sguarniti che forniscono prestazioni ridotte; interi ambiti territoriali senza medico di base o pediatra; malati con fragili costretti non assistiti. Basta con l’assenza di soluzioni, basta con i tentativi continui che falliscono miseramente, coperti da giustificazioni che spesso hanno il sapore del ridicolo. È tempo che ognuno si assuma per intero le proprie responsabilità». (g.cen.)

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