La Nuova Sardegna

Oristano

Piazza Abruzzi, area dimenticata

di Davide Pinna
Piazza Abruzzi, area dimenticata

Le aree condominiali si affiancano a quelle comunali. Le une e le altre sono abbandonate da tempo

27 luglio 2021
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ORISTANO. Il centro storico dista solo qualche centinaio di passi, ma sembra di fare un tuffo nella periferia dimenticata di qualche metropoli in default.

L’area che ruota attorno a piazza Abruzzi, tra via Tirso e via Sardegna, è un quartiere fatto di case popolari riscattate.

Un progetto urbanistico illuminato, se lo si confronta con certi isolati di edilizia agevolata della periferia, con una piazzetta al centro, tante aiuole e panchine.

Non sarà la Garbatella, il quartiere di case popolari romano costruito nei primi decenni del Novecento con un certo gusto architettonico, ma se fosse curato potrebbe essere un gioiellino: un quartiere a misura di famiglie con bambini, con spazi per giocare al riparo dalle auto e tutti i servizi del centro a portata di passeggiata.

L’ultimo intervento straordinario risale a due anni fa: allora i residenti avevano presentato una petizione e il Comune era intervenuto per mezzo della Oristano Servizi con potature e pulizia delle aree verdi. Qualche tempo prima si era intervenuti sull’illuminazione di via Calabria, che fa parte del compendio.

Da poco un altro intervento di pulizia, ordinario, ma è difficile accorgersene. Sarà la conformazione, chiusa in sé stessa, e il fatto che nessuno ci passa per caso, ma piazza Abruzzi è la rappresentazione perfetta dell’angolo dimenticato di una città. Certo, va tenuta in conto l’inciviltà di certi fruitori degli spazi comuni, dato che cartacce, bottiglie e lattine non crescono spontaneamente, ma chi volesse cercare un cestino della spazzatura farebbe meglio a rassegnarsi e a portarsi a casa i rifiuti.

«C’erano, quelli differenziati di vari colori come a Torregrande: sono stati tolti perché alcuni li usavano per buttare l’immondezza domestica e mai più riposizionati» racconta una residente.

Le aiuole, peraltro, sono ricoperte di escrementi canini: una quantità impressionante che in questi giorni caldi produce un fastidioso sottofondo olfattivo e che non può essersi accumulata in poche settimane.

Inciviltà, dunque, ma anche poca pulizia, dovuta forse anche all’incertezza sulla titolarità delle aree verdi: alcune appartengono al Comune, altre ai vari condomini.

Le aree verdi, si fa per dire, sono prive di un sistema di irrigazione quindi niente prato, ma erbe spontanee incontrollate e qualche pianta decorativa abbandonata a se stessa: prima le curavano i residenti, poi chi se ne occupava è invecchiato.

Impossibile, per un bambino, giocare senza calpestare gli escrementi, ma farlo in strada potrebbe essere altrettanto sconsigliato. L’area è in gran parte una zona a traffico limitato, ma la sede stradale è in condizioni disastrose: vere e proprie voragini, barriere architettoniche, mattonelle saltate, marciapiedi invasi dalle piante.

In uno dei vicoletti intorno alla piazza i tombini non sono saldati, e se i residenti lo sanno, e li evitano, un ignaro passante rischia seriamente di mettere il piede in fallo. «Ci siamo stufati di essere abbandonati a noi stessi, nonostante le tantissime segnalazioni» lamentano i residenti, che però non hanno intenzione di arrendersi.

Da qui la richiesta di intervento al Comune, almeno per le aree di sua diretta competenza. Una pulizia, ogni tanto non guasterebbe.

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