La Nuova Sardegna

Oristano

Cuglieri, i cacciatori soccorrono gli animali isolati dai roghi

Michela Cuccu
Cuglieri, i cacciatori soccorrono gli animali isolati dai roghi

Decine di volontari nei versanti più impervi del Montiferru. Hanno portato balle di fieno e acqua per una fauna ancora sconvolta dal fuoco

18 agosto 2021
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CUGLIERI. Hanno risposto in tanti, all’appello lanciato dai cacciatori che avevano chiesto aiuto per portare mangime agli animali selvatici sopravvissuti al rogo che tre settimane fa ha divorato il Montiferru. Ieri mattina, infatti, 58, tra cacciatori e volontari, hanno raggiunto a piedi le zone più impervie sul versante di Cuglieri, inaccessibili ai fuoristrada. Divisi in cinque squadre, ognuna guidata da un esperto della zona, ogni volontario ha portato in spalla uno zaino con cinque chili di mangime, poi sparso nelle zone dove generalmente gli animali selvatici vanno in cerca di cibo. «Abbiamo raggiunto i versanti nord e sud della montagna, riuscendo a distribuire dodici quintali di mangime tra grano, orzo e piselli, in maniera che tutti gli animali trovassero cibo di loro gradimento», racconta Marco Efisio Pisanu, presidente regionale dell’Associazione nazionale Libera Caccia, che ha lanciato l’appello per la ricerca di volontari che si affiancassero nell’attività di soccorso. Iniziativa che ha riscosso un notevole interesse. Questa mattina, un gruppo di turisti si unirà alla spedizione.

«Le adesioni continuano ad arrivare, sono tante che ci permetteranno di continuare anche nei prossimi giorni a portare cibo agli animali che altrimenti, rischiano di morire di fame», prosegue Pisanu. Durante il cammino, attraverso un territorio dall’aspetto spettrale, i soccorritori hanno trovato ancora tante carcasse di animali che non sono riusciti a mettersi in salvo. Compreso un enorme cinghiale, finito sul greto di un torrente, nelle cui acque sicuramente aveva cercato scampo dalle fiamme. Quello di Pisanu è un vero bollettino di guerra: «Sono tanti, troppi gli animali uccisi da quest’inferno», dice. È da tre settimane che andiamo avanti e indietro per queste zone che erano coperte da alberi rigogliosi dei quali, sono rimasti gli scheletri anneriti», dice il cacciatore. «Continuiamo a cercare animali feriti o rimasti intrappolati, per soccorrerli – prosegue – abbiamo finalmente trovato le tracce dei mufloni che sono riusciti a mettersi in salvo. Contrariamente ai cervi che siamo riusciti ad avvicinare, i mufloni sono molto timidi. Aver visto, finalmente dopo tre settimane, tracce fresche nei punti dove avevamo messo il fieno per sfamarli, è stato confortante».

Il solo lavoro dei volontari tuttavia, rischia di non bastare. L’ideale, spiega infatti Pisanu, sarebbe riuscire a portare delle rotoballe di foraggio nei punti più alti. «Servirebbe un elicottero – conclude il presidente di Libera Caccia – proprio per questo ci siamo rivolti all’Aeronautica miltare».
 

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