la lettera dell’arcivescovo
L’augurio al mondo della scuola: «In classe occasione di crescita»
di Mario Girau
ORISTANO. La scuola, le relazioni con i compagni e i docenti, stimolano e promuovono i talenti dei giovani, ne allargano le conoscenze e permettono di prendere posto, con una presenza attiva, nella...
12 settembre 2021
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ORISTANO. La scuola, le relazioni con i compagni e i docenti, stimolano e promuovono i talenti dei giovani, ne allargano le conoscenze e permettono di prendere posto, con una presenza attiva, nella comunità. Parole di speranza, incoraggiamento e invito alla responsabilità arrivano dall’arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, padre Roberto Carboni, e sono rivolte a studenti, insegnanti, genitori e personale amministrativo ausiliario pronto per l’inizio del nuovo anno scolastico.
Il presule invita ragazzi e ragazze «a non rinunciare a desiderare di crescere, imparare, osare anche nuovi percorsi senza lasciarsi schiacciare da una routine che uccide la creatività». Monsignor Carboni raccomanda una forte collaborazione genitori–docenti «senza chiudersi nelle pretese e nelle contrapposizioni, ma dando fiducia. Si tratta di rinnovare quel patto educativo in cui la famiglia e la scuola si incontrano per il bene dei ragazzi».
Sono parole di gratitudine per professori e dirigenti scolastici per quanto fatto negli ultimi due anni di didattica a distanza: «Tocca a voi farvi carico e dare risposte ai timori, agli interrogativi dei ragazzi e dei loro genitori, anche in relazione alle criticità suscitate dalla pandemia. Vi si mette sulle spalle un carico pesante, ma anche il compito importante di aiutare i giovani ad aprirsi alle domande, alla ricerca di senso. Avete bisogno di coraggio per affrontare i problemi di ogni giorno, ma sappiate che il vostro compito di educatori è fra quelli che lasciano davvero il segno nella vita di un giovane».
Agli insegnanti di religione è affidato «il mandato di essere artefici di comunione nell’ambiente scolastico. Un sapere senza relazioni, la conoscenza senza incontro, rimangono sterili».
Al personale amministrativo e ausiliario va un incoraggiamento perché possa lavorare bene, seppure in una situazione non facile e dove spesso si affacciano timori e incertezze. La pandemia, che ha caratterizzato lo scorso anno con tutte le sue implicazioni, sanitarie, economiche e sociali, «ci stimoli a rendere radicato lo stile di attenzione ai più fragili, l’ascolto reciproco, la collaborazione fattiva».
Il presule invita ragazzi e ragazze «a non rinunciare a desiderare di crescere, imparare, osare anche nuovi percorsi senza lasciarsi schiacciare da una routine che uccide la creatività». Monsignor Carboni raccomanda una forte collaborazione genitori–docenti «senza chiudersi nelle pretese e nelle contrapposizioni, ma dando fiducia. Si tratta di rinnovare quel patto educativo in cui la famiglia e la scuola si incontrano per il bene dei ragazzi».
Sono parole di gratitudine per professori e dirigenti scolastici per quanto fatto negli ultimi due anni di didattica a distanza: «Tocca a voi farvi carico e dare risposte ai timori, agli interrogativi dei ragazzi e dei loro genitori, anche in relazione alle criticità suscitate dalla pandemia. Vi si mette sulle spalle un carico pesante, ma anche il compito importante di aiutare i giovani ad aprirsi alle domande, alla ricerca di senso. Avete bisogno di coraggio per affrontare i problemi di ogni giorno, ma sappiate che il vostro compito di educatori è fra quelli che lasciano davvero il segno nella vita di un giovane».
Agli insegnanti di religione è affidato «il mandato di essere artefici di comunione nell’ambiente scolastico. Un sapere senza relazioni, la conoscenza senza incontro, rimangono sterili».
Al personale amministrativo e ausiliario va un incoraggiamento perché possa lavorare bene, seppure in una situazione non facile e dove spesso si affacciano timori e incertezze. La pandemia, che ha caratterizzato lo scorso anno con tutte le sue implicazioni, sanitarie, economiche e sociali, «ci stimoli a rendere radicato lo stile di attenzione ai più fragili, l’ascolto reciproco, la collaborazione fattiva».