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Parenti maltrattati e minacciati, chiesta la condanna di un 26enne

Parenti maltrattati e minacciati, chiesta la condanna di un 26enne

SIAMAGGIORE. Una condanna non l’aveva fermato. Poco tempo dopo la prima sentenza, il giovane avrebbe infatti ripreso a imporre la sua legge fatta di violenze e soprusi all’interno della casa. È lì...

17 settembre 2021
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SIAMAGGIORE. Una condanna non l’aveva fermato. Poco tempo dopo la prima sentenza, il giovane avrebbe infatti ripreso a imporre la sua legge fatta di violenze e soprusi all’interno della casa. È lì che nel marzo 2017 intervennero i carabinieri chiamati dalla madre del ragazzo, disperata di fronte alla scena a cui aveva appena assistito e che poi ha raccontato anche in tribunale davanti ai giudici. Gli stessi carabinieri si trovarono di fronte a qualcosa di preoccupante: il compagno della donna si era barricato in una stanza e quando ne uscì aveva il volto tumefatto per via delle botte che – così raccontò – aveva subito dal ragazzo. Ora il 26enne si ritrova imputato per maltrattamenti in famiglia e rischia una condanna di cinque anni e nove mesi. È la richiesta formulata dal pubblico ministero Sara Ghiani, che ha trovato il sostegno anche dell’avvocato di parte civile Andrea D’Andrea.

La ricostruzione dell’accusa è stata dettagliata e si lega, oltre che alla denuncia e al rapporto dei carabinieri, alle testimonianze di chi, all’interno di quella casa, si sarebbe trovato di fronte a un crescendo di violenze che si sarebbero interrotte solo nel 2019, quando scattò la denuncia.

La madre del ragazzo ha ricordato in aula come più volte fosse stata minacciata e offesa. Le frasi pesanti sarebbero state all’ordine del giorno e sarebbero state indirizzate anche contro il compagno della signora che abitava sotto lo stesso tetto. Alle offese si sarebbero poi alternate le minacce di morte che, in un’occasione, non sarebbero state solamente parole o gesti, come quello con cui mimava il taglio della gola. Il giovane è infatti accusato anche di aver impugnato un coltello da cucina e di averlo puntato contro la madre. Nemmeno la presenza del fratello, all’epoca dei fatti ancora minorenne, avrebbe convinto il 26enne a interrompere le vessazioni nei confronti della signora e del suo compagno.

La ricostruzione fatta dalle parti offese al processo, non convince però del tutto l’avvocato difensore Carlo Tortora che ha quindi chiesto l’assoluzione del suo assistito. La sentenza arriverà il 30 settembre, dopo che le giudici Carla Altieri, Elisa Marras e Serena Corrias avranno ascoltato le repliche di accusa e difesa. (e.carta)

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