La Nuova Sardegna

Oristano

Covid, «La bravura di tutti i medici oristanesi ha salvato mia figlia di 9 anni»

di Piero Marongiu
Covid, «La bravura di tutti i medici oristanesi ha salvato mia figlia di 9 anni»

L'odissea a lieto fine di Claudia, bimba di 9 anni di un paese della provincia

04 ottobre 2021
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ORISTANO. Dopo il covid-19 si sono aggiunte diverse complicazioni che le hanno causato uno stato febbrile, dolori addominali forti e nausea. Claudia, bimba di 9 anni di un paese della provincia, ha quindi iniziato a star male e le sue condizioni sono peggiorate rapidamente, tanto che sua madre, la signora Maria Giovanna, si mette in contatto con la pediatra della bambina. Le spiega la situazione come appare in quel momento e le descrive i sintomi che la caratterizzano. La pediatra Elisabetta Carta capisce quello che sta succedendo e dice alla madre di portare la figlia immediatamente al reparto di pediatria dell’ospedale di Oristano.

La diagnosi dice sospetta sindrome Mis-C da post Covid. La dottoressa si era già messa in contatto con i suoi colleghi dell’ospedale San Martino, diretto dalla dottoressa Enrica Paderi, preannunciando che di lì a breve sarebbe arrivata la bambina con sospetto caso di Mis-C ovvero un’infiammazione multisistemica molto pericolosa, individuata per la prima volta nell’aprile del 2020 in Inghilterra, che, in alcuni casi, interessa i bambini in età adolescenziale in età scolare.

I sintomi sono coincidono con quelli descritti dalla madre alla pediatra: febbre alta, dolori e nausea. Una complicazione che, se non presa in tempo, può causare seri danni al cuore e ad altri organi. «Claudia ora sta bene – dice la signora Maria Giovanna, senza nascondere la commozione –. Ma se è andato tutto per il meglio, sono certa che lo dobbiamo alla professionalità, all’umanità e alle cure tempestive cui è stata sottoposta la bambina». La sanità pubblica, spesso messa sotto accusa per le sue innegabili carenze, per fortuna si compone di medici e personale paramedico altamente professionale, a cui non difettano né la competenza né l’umanità verso i pazienti e, nel caso di Claudia, anche verso i genitori dei piccoli malati. E questo nonostante gli organici carenti, i turni massacranti e il sovraccarico di lavoro cui spesso è costretto il personale. «Sono stati giorni terribili per noi – spiega la madre – superati grazie a tutte le splendide persone che si sono occupate di Claudia e di me nei giorni di degenza ospedaliera. Ho voluto dare questa testimonianza perché è giusto si sappia che ci sono tanti professionisti i quali, pur con pochi mezzi a disposizione, poche apparecchiature strumentali specifiche, offrono un ottimo servizio ai cittadini sotto ogni profilo, ma soprattutto sono persone dotate di straordinari valori umani. Persone davvero magnifiche che, con il loro lavoro, rendono indispensabile la presenza della struttura sanitaria nel nostro territorio».

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