La Nuova Sardegna

Oristano

Scontro in aula, udienza sospesa

di Enrico Carta
Scontro in aula, udienza sospesa

La giudice ferma tutto dopo che l’avvocatessa Anna Maria Uras ha usato un telefonino per registrare

20 ottobre 2021
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ORISTANO. L’aula si infiamma nel bel mezzo dell’udienza per un caso di stalking e da un processo ne può nascere un secondo. Gli atti di quanto accaduto verso le 10 di ieri mattina finiranno sicuramente in Procura per delle valutazioni, ma la stessa presidentessa della sezione penale, la giudice Carla Altieri ha poi riferito, dopo una lunga sospensione, di dover avviare a sua volta delle valutazioni prima di prendere delle decisioni che potrebbero dare vita a un eventuale procedimento. A rischiarlo è l’avvocatessa Anna Maria Uras. È lei che difende l’imputato, un signore di Cabras accusato di perseguitare una signora.

Sembra la storia di uno tra i tanti processi che hanno come teatro il tribunale, invece proprio quell’aula ieri si è trasformata nel luogo in cui si è consumato il pesante scontro tra la giudice e l’avvocatessa, scontro che poi ha coinvolto, anche se in maniera molto meno aspra e diretta, il pubblico ministero Daniela Muntoni, l’avvocatessa di parte civile Nora Piras, l’imputato, la vittima e ben dodici testimoni convocati per le audizioni che non ci sono mai state.

Inizia tutto durante la deposizione di un signore anziano. È a lui che le controparti stanno rivolgendo una serie di domande che la difesa non ritiene legittime. Pensa che siano in grado di indirizzare e condizionare la testimonianza sfavore dell’imputato. Sembra tutto normale, tradizionale dialettica tra accusa e difesa, come tante altre volte succede. Magari un po’ più vivace e colorata del solito, ma pur sempre un gioco delle parti che in un processo è comune. Invece no, pochi istanti ancora e tutto precipita. L’avvocatessa contesta alla giudice l’ennesima domanda rivolta al testimone e per tutta risposta ottiene una sorta di ammonimento affinché ciascuno rispetti il proprio ruolo: quello di giudice, chiarirà la dottoressa Altieri, prevede proprio la decisione su quale tipo di domande possano essere ammesse e quali no. La difesa non è d’accordo e lì si consuma la prima parte dello scontro.

Si cerca di ritrovare la calma, ma proprio in quel momento spunta sul tavolo un telefonino. L’avvocatessa lo aziona e avvia una registrazione dell’udienza, fatto per lo meno insolito, anche perché la registrazione viene fatta con apparecchiature elettroniche a ogni udienza penale e, a tutti gli attori del processo, viene poi consegnata copia del verbale d’udienza. Quel gesto viene interpretato come un atto di discredito verso l’operato della giudice e verso la correttezza dell’udienza, registrazione ufficiale compresa.

A quel punto la giudice sospende momentaneamente l’udienza per decidere se sia il caso di prendere provvedimenti, poi torna in aula dopo circa un’ora per comunicare che non andrà avanti e rimanda tutto ad altra data, compresa l’audizione di tutti i testimoni in attesa fuori dall’aula. È un fatto inedito nell’ultimo ventennio per il tribunale di Oristano, in cui, al massimo si era assistito a sospensioni temporanee per far tornare la calma e poi procedere con l’udienza. Stavolta no e quando la giudice torna in aula spiega il perché dicendo che il difensore dell’imputato ha fatto pesanti insinuazioni sul suo operato, per cui è necessaria una valutazione su eventuali azioni da portare avanti. A seguire il pubblico ministero Daniela Muntoni comunica che trasmetterà gli atti alla procura ravvisando un’ipotesi di reato, quella indicata dal codice penale al 343, qualificata come oltraggio al giudice in udienza che riguarda chiunque offenda l’onore o il prestigio di un magistrato mentre l’udienza è in corso. Le due azioni viaggiano separatamente, quella della giudice deve tra l’altro essere ancora definita. Lo farà la stessa presidentessa della sezione penale nell’udienza del 22 ottobre.

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