La Nuova Sardegna

Oristano

L’affronto nella terra dell’amianto

L’affronto nella terra dell’amianto

L’associazione ex esposti scrive a Nieddu. «Annulli con urgenza la chiusura del servizio decisa ieri al San Martino»

25 ottobre 2021
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO . Se non fosse tragico e terribilmente serio, ci sarebbe da ridere. Quale reparto chiudere, come da programma, certamente, in quel di Oristano? Quello che ha una sua specificità territoriale e serve una popolazione che non è presente altrove. I malati di patologie legate all’esposizione con l’amianto, che in provincia aveva le sue due ultime fabbriche, la Sardit e la Cema Sarda, chiuse nel 1994. Da allora sono centinaia i lavoratori e i residenti nelle aree circostanti che si sono dovuti sottoporre a controlli e in molti casi sono dovuti ricorrere alle cure dei medici in quanto esposti alla fibra-killer. Due numeri che bastano a descrivere la delicatezza della situazione: trenta morti riconosciuti e oltre trecento persone ammalate. Una emergenza che non è certo terminata, ma che evidentemente non è stata valutata dalla direzione dei servizi ospedalieri e dallo stesso commissario straordinario della Assl di Oristano Giorgio Steri, che pure ha ricevuto “per conoscenza” la nota di soppressione di fatto del reparto e del servizio e del trasferimento dei quattro medici che sino a ieri vi operavano nel reparto di medicina.

L’associazione ex esposti amianto, naturalmente è rimasta sconcertata da questa decisione e ieri ha scritto una lettera aperta all’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu nella quale si invita il responsabile politico della sanità sarda a far retrocedere dalsuo intendimento i vertici della Assl di Oristano.

«La sorveglianza sanitaria agli ex esposti amianto accreditati presso la struttura dello Spresal a Oristano viene svolta ed regolamentata da un protocollo sanitario regionale fortemente voluto dagli ex esposti a seguito della più importante battaglia di civiltà in materia del diritto alla salute e tutela dell'ambiente e per un lavoro in sicurezza . questo protocollo prevede visite periodiche degli ex esposti amianto presso il reparto di pneomologia che negli anni a dimostrato alta professionalità dei medici e degli operatori sanitari raggiungendo una eccellenza regionale e nazionale che non ha eguali. Il direttore Sanitario dell'ospedale San Martino ha firma una direttiva di accorpamento che di fatto chiude il reparto pneomologia cancellando con un semplice atto 27 anni di storia e cura, che costantemente hanno tutelato gli ex esposti e gli altri ammalati. Siamo convinti il direttore non ne fosse a conoscenza in quanto se l'avesse avuta non avrebbe firmato questo atto». E invece, il direttore Sergio Pili ha, carte alla mano e atti aziendali giustificanti, ha chiuso il reparto. Solo ultimo in ordine di tempo. Quale sarà il prossimo? O si pensa che la spoliazione del San Martino sia finita? (g.cen.)

In Primo Piano
I soccorsi

Olbia, si schianta con il suv contro tre auto parcheggiate

Le nostre iniziative